martedì, 26 Novembre 2024
Su Sky ‘Gaucci’, doc sull’istrionico ex presidente del Perugia
Un uomo che nella sua vita è riuscito
a fare di tutto: dalla trasformazione dell’azienda di pulizie
del suocero ai successi con i cavalli, per poi arrivare al
Perugia – con i suoi successi e fallimenti – e le altre squadre,
fino a fuggire in Repubblica Dominicana nel bel mezzo di un
crack finanziario. Luciano Gaucci, ex presidente del Perugia
Calcio (e non solo), fu sicuramente un imprenditore vulcanico,
anzi, un ‘uragano’, come viene definito nel titolo del docu-film
Sky a lui dedicato, ‘Gaucci – Quando passa l’uragano’.
Appuntamento il prossimo 5 novembre alle 22:55 su Sky Crime e
Sky Documentaries (in streaming su Now).
Non che sia facile racchiudere in così poco tempo una storia
tanto complessa. Gaucci fu in grado di ingaggiare il figlio di
Gheddafi in squadra – “pensava che mettere il figlio di un
leader di questo genere avrebbe fatto parlare del Perugia in
tutto il mondo”, chiarisce Riccardo Gaucci all’ANSA – ma anche
di inimicarsi “tutto il sistema di potere italiano”, prosegue.
E tra le sue caratteristiche c’era senza dubbio l’indole
combattiva: indimenticabile lo scontro con Vincenzo Matarrese
dopo una partita, ma anche i suoi difficili rapporti con gli
allenatori. “Lui era 50% tifoso e 50% imprenditore, così con
loro non andava d’accordo perché a vista sua non riuscivano a
trasmettere alla squadra quello che voleva”, commenta Gaucci
junior.
Parte di questi comportamenti, però, secondo l’attuale
proprietario dell’Assisi erano da collegare alla malattia di cui
si sarebbe ammalato, l’Alzheimer. “Purtroppo noi ce ne siamo
accorti tardi della malattia – commenta – lui prima aveva un
carattere forte, ma soprattutto trascinatore”. Poi, l’accusa di
bancarotta fraudolenta e la partenza mentre i suoi figli
venivano indagati, per via della quale “non ho parlato con lui
per 10 o 12 anni – aggiunge Gaucci -. Se lui fosse rimasto, in
un mese, massimo un mese e mezzo si sarebbe chiuso tutto. Invece
con lui che era all’estero questa storia si è conclusa dopo 10
anni. Ma già la malattia aveva fatto il suo corso, non era più
in sé”.
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