Vela: Vendée Globe al via, torna la regata-giro del mondo

Il giro del mondo in ottanta giorni,
in barca in mezzo al mare. Chiusa l’America’s Cup a Barcellona,
la grande vela si sposta sulla costa atlantica francese, in
Vandea, a Les Sables d’Olonne, la città che da quaranta anni è
la sede del Vendée Globe, la regata-mito, il giro del mondo in
solitario senza scalo e senza assistenza che si corre ogni
quattro anni. Lungo il pontone che ospita le 40 barche, con le
sagome degli skipper in cartonato davanti a ogni scafo e i volti
sulle finte vele issate, continua la processione del pubblico:
ogni giorno migliaia e migliaia di visitatori al villaggio, gli
organizzatori stimano che alla fine dei quindici giorni saranno
quasi tre milioni. Tutto è pronto per il via della regata: si
parte e si arriva a Les Sables, girando il globo lasciando a
sinistra i tre grandi capi: Buona Speranza (in Africa), Leeuwin
(in Australia) e Capo Horn (in sud America).
    Domenica il via della decima edizione, protagonisti 40
navigatori solitari provenienti da Cina, Giappone, Regno Unito,
Germania, Svizzera, Belgio, Ungheria, Italia, ma la maggior
parte (27) dalla Francia. Giancarlo Pedote, fiorentino, 40 anni,
anche questa volta è l’unico italiano al via. Il velista
laureato in filosofia ha colorato di bianco rosso e verde i foil
della barca che porta il nome del suo storico partner Prysmian.
    Alla sua seconda partecipazione (quattro anni fa concluse ottavo
a 19 ore dal vincitore), Pedote si lancia nella navigazione con
una durata stimata di 80 giorni. “Questa regata è sport,
resistenza, competizione, ma anche avventura, solitudine,
conoscenza di se stessi – racconta -, capacità di concentrazione
nelle condizioni più difficili, come nei mari del sud dove
l’aria è ghiacciata e gli albatros ti volano sulla prua.
    Significa staccarsi da tutto, dalle proprie abitudini, dagli
affetti più cari, e fare i conti con sé stessi e con il mare, in
un viaggio che dura diversi mesi e che ti mette a nudo in ogni
senso. È una prova fisica e mentale, ma anche emotiva: essere
lontano dalla mia famiglia, da mia moglie e dai miei figli, è la
parte più difficile. Ma loro sono sempre con me e sono la mia
forza quando le cose si fanno dure. In mare non si è mai
veramente soli”. Prysmian è stato sottoposto a importanti lavori
di ottimizzazione, con modifiche strutturali che “hanno
aumentato le performance della barca di un 20-30% – dice Pedote
-, ma il livello degli altri è cresciuto tantissimo. Ci sono 12
barche di ultima generazione con nuovi foil e linee d’acqua, e
tanti hanno fatto come noi, migliorando barche del Vendée del
2020, mentre la mia è del 2016, mi ha sorpreso la velocità di
aggiornamento, la lotta per la top-10 sarà durissima.”
   

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