A Bologna, la 30a edizione del festival Visioni Italiane

Giunto alla 30/a edizione, Visioni
Italiane, il festival degli esordi che offre la ribalta agli
autori del futuro, approda dall’11 al 17 novembre per la prima
volta al Cinema Modernissimo, l’ambitissima rinata sala nel
cuore di Bologna. “Negli anni, Visioni Italiane è diventato un
punto di riferimento e un osservatorio privilegiato per scoprire
i talenti in erba di giovani registe e registi – ha spiegato
Gianluca Farinelli, il direttore della Cineteca di Bologna che
promuove la rassegna – dando l’occasione di vedere opere che
faticano a trovare riconoscimento e distribuzione”.
    Tra il tradizionale concorso per corto e mediometraggi, le
sezioni dedicate ai documentari, i film su tematiche ambientali
e le produzioni emiliano-romagnole, Visioni Italiane assegna due
premi importanti da 10000 euro al miglior film e al miglior
documentario, e uno da 3000 euro alla miglior regia. Un festival
– ha ricordato la direttrice Anna Di Martino – che offre al
pubblico tante anteprime, eventi speciali e incontri con gli
autori: Aspettando Visioni Italiane con Maura Delpero e il duo
Alessandro Cassigoli/Casey Kauffman, protagonisti di una tre
giorni dedicata al loro cinema (8-10 novembre); Vinicio
Capossela con l’anteprima di Natale fuori orario (15/11) e un
concerto, il film di Gianfranco Firriolo che documenta i suoi
concerti di Natale al Fuori Orario (nelle sale dal 25/11); uno
sguardo retrospettivo sul restauro di A cavallo della tigre,
capolavoro incompreso di Luigi Comencini, conla figlia Francesca
(il 17); Wu Ming 1 con il l’ultimo libro Gli uomini pesce (il
14), mentre Wu Ming 2 e Wu Ming 4 presenteranno il documentario
Romagna tropicale, viaggio attraverso terre, città, quartieri e
vite colpite dall’alluvione che nel maggio 2023 ha sommerso
l’Emilia-Romagna. In totale, Visioni Italiane presenterà 38
opere, 24 delle quali di finzione, realizzate da 28 registi
uomini e 17 donne. “Quello dell’esordio è un tema che è nel dna
di Bologna: – ha aggiunto Farinelli – da Mozart a Pasolini, qui
si viene per studiare ma poi c’è sempre la possibilità di
esordire perché questa città riconosce chi lavora e lo aiuta in
quel momento in cui un artista passa dalla formazione
all’espressione”.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su ansa.it