Tumore del seno, 1 donna su 3 interrompe le cure e rischia una recidiva

Un terzo delle donne affette da tumore al seno interrompe o non assume adeguatamente la terapia ormonale, esponendosi così a un aumento del rischio di incorrere in una recidiva. È quanto emerge da un sondaggio promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e Fondazione Aiom, presentato durante il congresso dell’associazione in corso a Roma e che conferma i dati di ricerche internazionali che avevano riscontrato il problema anche all’estero.

 “La terapia adiuvante, cioè successiva alla chirurgia, può essere considerata uno dei maggiori successi in oncologia negli ultimi trent’anni”, afferma il presidente di Fondazione Aiom Saverio Cinieri. “Consiste nella somministrazione di farmaci che bloccano l’attività degli estrogeni, ormoni normalmente prodotti dall’organismo, ma responsabili dell’insorgenza e sviluppo di almeno due terzi dei tumori mammari”, illustra Alessandra Fabi, membro del direttivo nazionale Aiom.
    Se assunta correttamente, la terapia ormonale adiuvante può ridurre del 40% le recidive tumorali e di un terzo la mortalità per carcinoma mammario.
    Tuttavia, molte donne questo non lo sanno. Secondo il sondaggio, il 47% delle donne intervistate non è consapevole che la mancata aderenza può causare la recidiva della malattia. Ciò, insieme alla paura degli effetti collaterali, alla dimenticanza, a ragioni legate all’età e di carattere sociale, fanno crollare la quota di donne che assume in maniera adeguata il trattamento.

 “La comunicazione tra oncologo e paziente è fondamentale come azione di rinforzo per migliorare i livelli di assunzione delle cure e far comprendere che la terapia endocrina rappresenta, di fatto, un vero e proprio salvavita”, spiega il presidente eletto Aiom Massimo Di Maio.
    Intanto, per migliorare il livello di consapevolezza delle pazienti, Aiom e Fondazione Aiom hanno lanciato una campagna di informazione sul tema, che include un opuscolo distribuito nei principali centri di oncologia, webinar per i pazienti e attività social.

 “È importante che le pazienti siano consapevoli dei benefici della terapia adiuvante e siano informate su tutti gli aspetti della terapia: durata, scelta dello schema di trattamento ed entità degli effetti collaterali. Oggi esistono cure non solo molto più efficaci di un tempo, ma anche in grado di migliorare la qualità di vita”, chiarisce Cinieri.
    Un supporto potrebbe arrivare anche dall’innovazione. Una recente ricerca condotta dall’Università del Colorado e pubblicata sul Journal of Clinical Oncology ha verificato l’efficacia di diversi stratagemmi per migliorare la corretta assunzione della terapia. “Sono stati sperimentati diversi modi per memorizzare questo appuntamento fisso, attraverso lettere, sms, notifiche sullo smartphone, telefonate o portapillole ‘intelligenti’, che hanno avuto un effetto significativo nel migliorare l’assunzione della cura nelle dosi e nei tempi prescritti dal medico”, conclude Di Maio.
   

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