giovedì, 14 Novembre 2024
Predisposizione ai tumori pesa su psiche, cruciali test genetici
Tra le persone portatrici di geni Brca1 e BRCA2 mutati, condizione che predispone a un maggior rischio di ammalarsi di cancro, il 64% soffre di disagio psicologico, il 16% lamenta depressione, mentre il 47% sostiene di avere sintomi di ansia lievi o moderati. Gli oncologi dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), in occasione del congresso dell’associazione in corso a Roma, mettono l’accento sull’impatto psicologico che ha convivere con peculiarità genetiche che aumentano il rischio di ammalarsi.
“Fino all’8% di tutti i casi di cancro presenta una variante patogenetica in grado di aumentare il rischio oncologico. Non esistono solo i geni Brca e spesso i pazienti non sono a conoscenza della propria condizione, così come i parenti più stretti”, spiega il presidente della Fondazione Aiom Saverio Cinieri. “Da alcuni anni sono disponibili test genetici con i quali è possibile mettere a punto percorsi di prevenzione primaria molto efficaci e, nel caso, diagnosi molto precoci”, aggiunge.
Per questo Fondazione Aiom e Aiom hanno lanciato nei mesi scorsi il progetto ‘I Tumori Eredo-Familiari’, che si propone di informare e sensibilizzare la popolazione su queste forme di cancro e sulla necessità di ampliare i controlli per monitorarle.
Tuttavia, l’accesso ai test resta difficoltoso. Secondo un sondaggio condotto da Fondazione Aiom su oltre 500 pazienti e caregiver presentato nel corso del congresso, solo il 33% dei malati ha ottenuto una diagnosi precoce; otto su dieci hanno incontrato difficoltà a eseguire il test genetico e, di questi, il 64% lamenta tempi d’attesa troppo lunghi. Analoga situazione per il 52% dei parenti.
“La presenza di un gene non comporta inevitabilmente una neoplasia”, spiega Giuseppe Curigliano, consigliere nazionale Aiom “È quindi necessario fare chiarezza e spiegare ai cittadini che non viene ereditato un cancro ma solo una maggiore possibilità di svilupparlo. Bisogna evitare i facili allarmismi e, invece, sfruttare strumenti efficaci e precisi come i test genetici”.
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