venerdì, 15 Novembre 2024
Il Gladiatore 2 e il ritorno degli antichi romani in tv
Se la tua opera è finita al secondo posto del box office mondiale vincendo l’Oscar per il miglior film e il miglior attore, difficile resistere alla tentazione di girare un sequel. Eppure ci sono voluti 24 anni al regista Ridley Scott per trovare la chiave e dare un seguito a Il gladiatore, anche perché il protagonista Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) moriva alla fine della prima pellicola.
«La popolarità del film è continuata a crescere negli anni» dice l’86enne Ridley Scott a Panorama, «e inizialmente con Nick Cave (il celebre musicista, ndr) abbiamo avuto l’idea che Massimo, il protagonista, potesse tornare indietro in battaglia dagli inferi, prima di pensare che non era affatto una buona soluzione. E così cercando uno spunto ci siamo resi conto che potevamo ripartire dal personaggio di Lucio, il figlio mandato via da Roma per proteggerlo da sua madre Augusta Lucilla (Connie Nielsen). Nessuno si ricordava di lui, e potevamo costruirlo come un giovane esiliato e arrabbiato che torna nel cuore dell’Impero per vendicarsi». Ma anche così, non era semplice sostituire Crowe con un volto altrettanto carismatico, sebbene semisconosciuto com’era l’interprete neozelandese all’epoca, finché Scott non ha pensato all’irlandese Paul Mescal, 28 anni, attore che ha esordito al cinema solo tre anni fa: «L’ho visto nella miniserie Normal People e mi ha ricordato Richard Harris incrociato con un giovane Albert Finney» dice il regista «e mi piaceva l’idea che avesse un background teatrale».
Da queste due intuizioni dell’autore di cult come Alien, Blade Runner e Thelma & Louise, è nato Il gladiatore II, nei cinema dal 14 novembre. All’inizio del film Lucio (Paul Mescal), fuggito da Roma ancora bambino, è impegnato a difendere con sua moglie la Numidia, diventata sua nuova patria, dall’attacco delle galere romane guidate dal generale Marco Acacio (Pedro Pascal). Catturato e portato come schiavo a Roma, Lucio viene adocchiato dall’ambizioso Macrino (Denzel Washington), uomo d’affari vicino ai fratelli Imperatori Caracalla (Joseph Quinn) e Geta (Fred Hechinger), che decide di impiegarlo come gladiatore. L’uomo si distingue come un combattente valoroso e spietato, ed entra nei piani dello stesso Macrino per conquistare il potere, mentre Lucilla (Connie Nielsen) trama con il suo compagno Acacio per porre fine alla tirannia di Geta e Caracalla.
A rendere possibile il ritorno di Ridley Scott all’arte gladiatoria è stato anche il crescente interesse negli ultimi tempi per la storia dell’Antica Roma, a partire dal film Il primo re e la serie tv Romulus, entrambi sulla fondazione della capitale del futuro Impero, la serie Britannia sulla conquista della terra dei popoli celti e, più di recente, l’altra miniserie Those About to Die, il cui titolo riprende il celebre «morituri te salutant», in cui Anthony Hopkins è l’Imperatore Vespasiano; un successo questo che ha permesso a molti appassionati di riscoprire alcuni gioielli del genere peplum, come Quo Vadis, Spartacus o Ben Hur, oggi disponibili in streaming. Anche con la faccia giusta, capace di trasformarsi in un bruto iracondo, Mescal ha dovuto però trasformare il proprio fisico in quello di un lottatore: «La prima cosa che mi ha chiesto Ridley Scott è se facevo sport, e quando gli ho detto che avevo praticato il rugby si è tranquillizzato», spiega l’attore a Panorama.
«Tuttavia ho dovuto allenarmi duramente, anche perché sentivo la pressione del confronto con Russell. Sono andato in palestra, ho tirato su pesi, mangiato un sacco di proteine, e imparato a impugnare e roteare la spada per le tante scene di combattimento». In un certo senso Il gladiatore II è un rifacimento del primo film (la trama è simile…) ma molto più spettacolare e grandioso, a partire proprio dalle sfide nel Colosseo. Quelle che hanno richiesto un impegno fuori dalla norma sono state la battaglia col gladiatore in groppa al rinoceronte, che non era stato possibile girare nel 2000, ricostruito come creatura meccanica sul set e in parte completato con gli effetti speciali al computer, e quella della naumachia, in cui due navi si scontrano all’interno dell’arena, una scena molto complessa che è stata girata in parte su un set asciutto, su cui l’acqua è stata aggiunta in digitale, e in parte in una enorme piscina per le scene subacquee.
Ricostruire l’antica Roma non è stato facile, e Scott è tornato per questo a Fort Ricasoli, un grande set ricavato in uno dei forti costruiti dai cavalieri di Malta a La Valletta, dove oltre a vari palazzi imperiali, un arco trionfale, statue, templi e colonne, è stata realizzata una sezione del Colosseo. Ma il vero capolavoro logistico in termini di scenografia è stato quello approntato per girare l’assedio via mare alla fortezza della Numidia da parte delle galere romane nell’incipit del film. Costruire un set così grande era molto costoso e Scott ha pensato così di riutilizzare quello creato come Gerusalemme negli Atlas Studios in Marocco per il suo film Le crociate (con Orlando Bloom).
Dato che le mura di cinta affacciavano sulla sabbia e non sul mare, quest’ultimo è stato ricostruito al computer e il direttore degli effetti speciali Chris Corbould ha realizzato due enormi «carrelli», soprannominati «le bestie», in grado di trasportare e far muovere in ogni direzione, come sospinte dalle onde, altrettante navi lunghe ciascuna 45 metri. «Quando sono arrivato ho pensato che saremmo rimasti a girare quella sequenza di assedio per due mesi» rivela Mescal, «ma Ridley (che riprende ogni scena con 12 cineprese digitali contemporaneamente, ndr) ha lasciato me e tutti gli altri a bocca aperta, completandola in soli nove giorni. Vedendola al cinema non riuscirete a crederci».