Cassani, sono uomo da strada e non da scrivania

(ANSA) – BOLOGNA, 11 OTT – “Io sono un uomo da strada e non
da scrivania, è questa essenzialmente la ragione per cui io non
posso e non voglio andare contro me stesso, non posso ignorare
quello che sono e soprattutto quello che non so fare. Ecco
perché, pur avendo apprezzato moltissimo l’offerta interessante
che mi è stata fatta, chiudo un libro per aprirne un altro che è
soltanto la sua continuazione”. Così l’ormai ex ct della
Nazionale di ciclismo, Davide Cassani, spiega su Facebook perché
ha rinunciato a ricoprire un nuovo incarico in Federazione.
    L’ex ciclista romagnolo lo fa con un’immagine che, “anche
solo ricordarla, mi fa tremare i polsi e palpitare forte il
cuore”: sono le pedalate di Sonny Colbrelli nella vittoriosa
Parigi-Roubaix. “È in quel fango che copre completamente Sonny
che io ritrovo tutti i motivi del mio sconfinato amore per il
ciclismo. Io ero lì con Colbrelli, pedalavo con lui, stavo
facendo a metà di tutto; fango e sudore, speranza e fatica…
    Ecco, questo è quello che amo e quello che so fare: stare con i
ragazzi, essere con loro, sempre, soprattutto quando faticano,
quando pedalano – scrive Cassani -. Alla foratura di Gianni
Moscon e alla sua caduta ho sofferto come se mi avessero dato un
calcio in bocca anzi no, peggio, allo stomaco. Voglio tornare,
anzi restare sulle strade con i miei ragazzi condividere con
loro amarezze e delusioni, gioie e soddisfazioni. Non so cosa
farò, dipenderà da quello che sarò capace di inventarmi. Di
sogni ne ho ancora tanti e di certo non lascerò il ciclismo”,
aggiunge l’ex ct. (ANSA).
   

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