Manovra, non solo bonus e taglio del cuneo fiscale. Ecco i principali provvedimenti

Dopo intense giornate di revisioni in sede di Commissione Bilancio, è finalmente arrivato il via libera alla manovra finanziaria. Sarebbe dovuta arrivare oggi in aula, verrà invece esaminata domattina alle 8, a seguire verrà posta la fiducia per il voto di venerdì alla Camera. Il via libera definitivo in Senato dovrebbe dunque arrivare dopo Natale, salvo nuovi ritardi.

Terminato l’esame degli emendamenti alla Legge di bilancio 2025 è giunto quindi il momento di tirare le somme delle modifiche più importanti.

Fra esse trova certamente spazio la cancellazione dell’equiparazione degli stipendi dei ministri non parlamentari con i colleghi che siedono in aula. È stato invece stabilito un rimborso per le spese di trasferta relative all’espletamento delle loro funzioni. Rafforzato inoltre il divieto per incarichi extra-Ue a membri del Governo, deputati, senatori e presidenti di Regione, esteso anche alle consulenze intermediate da società o persone fisiche residenti nell’Ue. Saranno consentiti incarichi fino a 100mila euro, previa autorizzazione dell’organismo di appartenenza, ma non per i membri del Governo. Norma, questa, che ha preso il nome informale di “anti-Renzi”, per via delle consulenze dell’ex premier in Arabia Saudita.

Approvato un emendamento della Lega che permette ai lavoratori “interamente contributivi” con almeno 64 anni di accedere al pensionamento anticipato, tuttavia la soglia di contributi richiesti salirà, a partire dal 1° gennaio 2025, da 20 a 25 anni.

Per quanto riguarda le ristrutturazioni edilizie viene confermato il bonus al 50% per le prime case e al 36% per le seconde fino al 2025. Tolte invece le detrazioni per la sostituzione delle caldaie a combustibile fossile (anche quelle a metano). Stanziati inoltre 50 milioni per incentivi all’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica (minimo classe B), prodotti in Europa e accompagnati da smaltimento del vecchio. Il contributo sarà pari al 30% del costo, con un tetto di 100 euro (200 euro per famiglie con ISEE sotto i 25mila euro).

Arrivano anche 400 milioni di euro su un periodo di due anni al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, soldi utili al ripristino del fondo Automotive, settore al momento in fortissima difficoltà. Destinati 200 milioni rispettivamente al 2026 e al 2027.

Di particolare rilievo l’emendamento relativo alla riduzione di 4 punti percentuali sull’Ires per quelle imprese che conserveranno almeno l’80% degli utili del 2024 e investiranno nell’azienda almeno il 30%. I limiti tecnici prevedono investimenti non inferiori a 20.000 euro e l’assunzione a tempo indeterminato di almeno l’1% di lavoratori in più rispetto all’anno precedente.

Novità odierna l’aumento di 1,4 miliardi di euro nei fondi previsti per il Ponte sullo Stretto di Messina, il costo complessivo supera dunque i 12 miliardi, con 3,882 miliardi stanziati dal Fondo di sviluppo e coesione, alleggerendo l’impegno statale. A Ferrovie vanno inoltre 1,096 miliardi per le opere legate al Pnrr. Aumenta di un miliardo il finanziamento per la Tav Torino-Lione, mentre altri 708 milioni sono destinati al piano nazionale per le infrastrutture idriche.

Inoltre, dopo che nella giornata di ieri erano stati sbloccati 20 milioni di fondi per l’editoria, nella nottata la cifra è stata alzata a 50, senza dimenticare i cambiamenti apportati alla web tax, che sarà applicata solamente alle imprese che realizzano ricavi digitali non inferiori ai 750 milioni, escluse dunque le piccole e medie imprese.

Alla luce dei ritardi accumulati pare difficile che la legge venga approvata in Senato prima di Natale, la camera si starebbe infatti preparando a lavorare il 27 e 28 dicembre, domani, salvo colpi di scena dell’ultim’ora, l’approdo alla Camera.

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