venerdì, 27 Dicembre 2024
Billy Bob Thornton, cattivo si ma mai contro Tom Cruise
(di Lucia Magi) Il Texas polveroso,
arroventato dal sole e infestato da insetti e avidi petrolieri:
è l’ambientazione di ‘Landman’, ultima serie concepita dal genio
di Taylor Sheridan, ora disponibile su Paramount+. Per questo
nuovo dramma nello sterminato e spietato Far West americano, il
creatore di Sicario, Yellowstone e dei suoi spin-off, 1883 e
1923, ha scelto di adattare le storie che Christian Wallace ha
raccolto in Boomtown, un podcast di grande successo sul mondo
dei giacimenti petroliferi.
“Ho imparato moltissimo su come funziona quel campo”, dice Billy Bob Thornton, che dopo i ruoli che gli sono valsi due
Golden Globes nella prima stagione di Fargo e in Goliath, torna
a incarnare uno dei suoi personaggi dal carisma oscuro. In
questo caso, è Tommy Norris, l’eroe malconcio, cinico e con
pochi scrupoli che dà il titolo alla serie e ne è il
protagonista assoluto: quasi sempre in camera, fin dalla prima
sequenza in cui recita, però, incappucciato: “Per certi versi è
stato più semplice perché non avevo distrazioni, ma alla lunga
dà claustrofobia. Poi con quel caldo…”, considera l’attore .
Il Landman è l’uomo che sta sul campo a risolvere problemi,
dalle relazioni con i signori della droga (siamo pur sempre sul
confine tra Stati Uniti e Messico) a quelle tra gli operai che
mandano avanti le estrazioni. “La sua vita personale è ridotta a
un disastro – spiega Thornton, nato 69 anni fa in una famiglia
poverissima dell’Arkansas – Il suo lavoro è assicurarsi che
tutto funzioni per mantenere prospero l’impero del presidente
della compagnia petrolifera”. Lui, Norris, sempre sudato e
sporco, a bruciare sotto il sole e attorno ai pozzi; in giacca e
cravatta ai piani alti dei grattacieli di città il suo capo,
interpretato da Jon Hamm (sua moglie e consigliera è Demi
Moore).
A un veterano dei ruoli “cattivi” come Thornton, questo
sembra cucito addosso: “Taylor mi ha chiamato per un cameo in
1883: ‘devi venire un giorno solo e far fuori un po’ di
persone’. ‘Ok, lo so fare’, ho pensato. Posso uccidere nei film
indipendenti, mi piacciono i personaggi complessi, induriti da
un passato pesante. Ma non farei mai quella parte in un
mainstream: non sarò mai quello che cerca di uccidere Tom
Cruise”, scherza l’attore.
Dopo quella prima collaborazione, Sheridan giura di aver
scritto Landman pensando a lui. “In effetti, mi ci sono trovato
a mio agio”. E questo, nonostante le condizioni di caldo estremo
durante le riprese (“Certi giorni pensavo di svenire, ho
rimpianto il gelo di Fargo”), i dialoghi serrati tipici di
Sheridan e i monologhi “lunghi tre pagine” da memorizzare (“Per
fortuna Wallace era sul set tutti i giorni e mi spiegava riga
per riga quel che dovevo dire, altrimenti non sarei sembrato
credibile”).
L’attore, sceneggiatore da Oscar nel 1997 per ‘Lama
tagliente’, musicista e spirito ribelle di Hollywood riflette
anche su cosa ha imparato: “È un’attività interessante, quella
del petrolio. È come il gioco d’azzardo. Chi sta in cima alla
piramide è miliardario, ma può perdere soldi molto velocemente.
Alla base ci sono migliaia di operai, per lo più ex galeotti o
persone per cui l’unico modo di mandare i soldi a casa è
rischiare la pelle”. L’universo dolente ritratto da Landman fa
pensare “alla pressione immensa che questi miliardari esercitano
sull’economia globale. Hanno un potere sterminato”, conclude
scuotendo la testa.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA