lunedì, 25 Novembre 2024
Il sindacato dei palloncini a San Giovanni e degli idranti a Trieste
L’immagine degli idranti della Polizia che lanciano acqua contro i manifestanti No Green Pass davanti agli ingressi del porto di Trieste è simbolo di questa giornata. Una scena che racconta tanto su come i protagonisti dell’ordine pubblico, della politica e del lavoro si stanno comportando in questa fase delicata di introduzione del Green Pass obbligatorio anche nel mondo del lavoro, privato e pubblico.
La prima cosa da constatare è che il Ministro Lamorgese che anche noi avevamo accusato di aver scelto come linea dell’ordine pubblico quella del “non interveniamo per evitare ulteriori tensioni” oggi ha scelto la linea dura: idranti e via il blocco. Ecco.
La prima cosa da ricordare è che il blocco diciamo così ancor prima dell’arrivo della camionetta della Polizia con il suo carico di acqua non fosse proprio un successo indimenticabile, anzi. Il porto era operativo, come lo era venerdì, come lo è sempre stato. Ma la Lamorgese ha deciso di intervenire. Non sta a noi dire che abbia sbagliato dato che la manifestazione non era autorizzata, quindi illegale. Come però era illegale il rave party di Viterbo, come era illegale l’assalto (annunciato) alla Cgil di sabato scorso a Roma. In questi casi però gli agenti lasciarono fare. Sarebbe brutto e politicamente preoccupante vedere che il Viminale usi due pesi e due misure a seconda dei gusti, forse, o delle opportunità politiche.
Ma c’è chi forse ha fatto peggio. Lo sgombero dei manifestanti di oggi è stato infatti applaudito, anzi, appoggiato dai sindacati; Cgil, Cisl e Uil si sono così schierati contro i manifestanti, contro i lavoratori del porto contrari al Green Pass. Stiamo parlando di una fetta di lavoratori, non la maggioranza, ma pur sempre lavoratori. Quelli che il sindacato dovrebbe tutelare e difendere, come missione, come essenza del loro essere.
Forse i sindacati hanno scelto questa strada per difendere la produttività dell’impianto (che comunque non era a rischio), per evitare il blocco del Paese o di una sua parte. Ma allora verrebbe da chiedere come mai non si faccia lo stesso, non si appoggino e non si chiedano le maniere forti quando ad esempio gli operai della Whirlpool bloccano l’autostrada (cosa avvenuta più di una volta).
Caos, confusione che di fatto contraddistingue un po’ tutta questa fase politica e sociale di Cgil, Cisl e Uil; in principio contrari o almeno dubbiosi, poi favorevoli al Green Pass. Favorevoli a patto che Draghi garantisca tamponi gratuiti per poter permettere agli operai di andare a lavorare (diritto costituzionale, va ricordato), ma quando Draghi dice no l’appoggio al Green Pass arriva totale e compatto.
Tutto questo a due giorni dalla manifestazione antifascista di Roma. Il sindacato per Piazza San Giovanni ha preparato palloncini e bandiere; per la piazza davanti al porto di Trieste ha benedetto gli idranti.