Ragazzi coraggiosi, un docu racconta la ribellione in Cile

(ANSA) – ROMA, 18 OTT – “Non è per i 30 pesos è per i 30
anni”: è la frase che ha scatenato esattamente due anni fa una
ribellione popolare in Cile di cui non si parla affatto. Era la
goccia che faceva traboccare il vaso, era il 18 ottobre 2019,
non era l’aumento irrisorio del costo del biglietto del bus ma
la rabbia di chi era passato dalla dittatura al neoliberismo
selvaggio: i ragazzi saltano i tornelli e continuano a farlo, “coraggiosi, impavidi, sono un esempio di grande bellezza”,
racconta Manuel Franceschini che è venuto alla Festa di Roma con
il suo documentario No Tenemos Miedo, realizzato con Lucky Red e
con il patrocinio di Amnesty International. Nel giorno
dell’anniversario a Santiago sarà proiettato in un clima
incandescente. “E’ impensabile che non trapeli nulla,
l’indignazione è stata la nostra molla”, dice Andrea Occhipinti
di Lucky Red.
    Con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, c’è Leonardo
Alejandro Villar Aguilar, fotografo che racconta La Primera
Linea, la formazione spontanea dei giovani, già diventata
leggenda. Armati di parabolica e fionda, come Davide contro
Golia, i giovani di tutte le estrazioni guidano le proteste
sociali e si oppongono con grave rischio, visto che “i
Carabineros – racconta Noury – hanno commesso gravi violazioni
dei diritti umani”. Davanti “a questa gioventù impavida io resto
affascinato, commosso”, aggiunge Franceschini che è rientrato in
Italia dopo 40 anni in Sud America, di cui 12 in Cile. “E’
difficile essere ragazzi lì, riparati alla meglio, pronti al
sacrificio, mentre giravo e li raccontavo ero davvero scosso”,
aggiunge il regista. Leonardo è uno di loro: “fare foto è il mio
modo di prendere parte alla protesta, gli scatti sono la mia
arma, come i miei compagni con le molotov”.
    Il fatto è che il Cile “al di là del bluff che ci
raccontano”, non è mai tornato ad una vera democrazia dalla fine
della dittatura di Pinochet 30 anni fa. In ‘No Tenemos Miedo’ il
regista con la sua mini troupe si inflitra tra i protestanti
filmando la guerriglia urbana e le scene: il popolo affolla
Plaza Italia, la zona zero delle manifestazioni cilene,
ribattezzata ormai Plaza de la Dignidad. La repressione della
polizia cilena è brutale. (ANSA).
   

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