domenica, 24 Novembre 2024
Microsoft chiude LinkedIn in Cina, “difficile operare”
Microsoft abbandona LinkedIn in Cina, citando un ambiente difficile in cui operare: il ritiro segna la più grande partenza dal Paese asiatico di un’importante azienda tecnologica degli ultimi anni. LinkedIn, si legge in una nota, ha affermato che sostituirà il suo servizio cinese con un servizio di job board privo di funzionalità di social media.
La mossa è maturata dopo che il servizio di proprietà di Microsoft è stato costretto a bloccare i profili di giornalisti e attivisti per i diritti umani in Cina a causa dei contenuti postati e ritenuti “proibiti”. La chiusura del sito di networking professionale, che opera in Cina da febbraio 2014, avverrà entro la fine dell’anno e segna la fine dell’ultima grande rete di social media americana in grado di operare apertamente nel Paese. LinkedIn, in una dichiarazione postata sul suo blog ufficiale, ha spiegato di aver preso la decisione dopo aver “affrontato un ambiente operativo significativamente più impegnativo e maggiori requisiti di conformità in Cina”. Mohak Shroff, vicepresidente esecutivo, ha sottolineato che “la nostra decisione di lanciare una versione locale di LinkedIn era stata guidata dalla nostra missione di connettere i professionisti di tutto il mondo per renderli più produttivi e di successo”, rispettando i requisiti del governo di Pechino sulle piattaforme Internet. Tuttavia, “stiamo affrontando un ambiente operativo significativamente più impegnativo e maggiori requisiti di conformità in Cina”.
La nuova strategia locale è “di concentrarci sull’aiutare i professionisti con sede in Cina a trovare lavoro in Cina e le aziende cinesi a trovare candidati di qualità. Entro la fine dell’anno, lanceremo InJobs, una nuova piattaforma di lavoro indipendente per la Cina”, ma privo di social feed o della possibilità di condividere post o articoli. “Continueremo inoltre a lavorare con le imprese cinesi per aiutarle a creare opportunità economiche”, in linea con l’impegno a creare opportunità. Anche se questa è stata “la nostra visione per quasi due decenni, sembra più importante che mai mentre tutti ci sforziamo di costruire un’economia globale che offra maggiore prosperità e progresso alle persone di tutto il mondo”, ha concluso