Il derby di Supercoppa, Inter-Milan è caccia al trofeo

A Riad, all’Al-Awwal Park alle ore 20, si gioca la finale di Supercoppa italiana: Inter-Milan

L’Inter va a caccia del record in Supercoppa italiana, ma molto probabilmente dovrà farlo senza avere a disposizione Marcus Thuram. I nerazzurri nel derby contro il Milan hanno infatti la possibilità di alzare la coppa per la quarta edizione consecutiva, striscia mai raggiunta da nessun club finora. Tuttavia, nella stracittadina di lunedì sera in Arabia Saudita dovrebbe mancare una pedina importante nello scacchiere tattico e tecnico di Simone Inzaghi, visto il problema muscolare che ha fermato l’attaccante francese.

Una conferma per scrivere così una pagina di storia. Il Milan ha l’occasione per passare, in una settimana, dalla desolazione di un esonero all’esaltazione della conquista di un trofeo. Così i rossoneri, all’indomani del clamoroso ribaltone sulla Juventus, si ritrovano già in campo per preparare il derby che vale un titolo. Non c’è Leao che si è allenato ancora a parte rispetto ai compagni, ma è tornato in gruppo Loftus Cheek, non a disposizione perché influenzato come altri compagni durante la partita contro la Juventus. Lunedì sera, nella finale, il Milan dovrà dimostrare che la vittoria sulla Juventus non è stata un fuoco fatuo.
   

Probabili formazioni

Inter (3-5-2): 1 Sommer, 31 Bisseck, 6 De Vrij, 95 Bastoni, 2 Dumfries, 23 Barella, 20 Calhanoglu, 22 Mkhitaryan, 32 Dimarco; 99 Taremi, 10 Lautaro Martinez. (13 Martinez, 7 Zielinski, 8 Arnautovic, 9 Thuram, 11 Correa, 16 Frattesi, 17 Buchanan, 21 Asllani, 30 Carlos Augusto, 36 Darmian, 42 Palacios). All.: S.Inzaghi.

Milan (4-4-1-1): 16 Maignan; 22 Emerson Royal, 23 Tomori, 28 Thiaw, 19 Theo Hernandez; 80 Musah, 29 Fofana, 14 Reijnders, 20 Jimenez; 11 Pulisic; 7 Morata (57 Sportiello, 96 Torriani, 2 Calabria, 4 Bennacer, 9 Jovic, 10 Leao, 18 Zeroli, 31 Pavlovic, 33 Bartesaghi, 42 Terracciano, 55 Vos, 70 Traore, 73 Camarda, 90 Abraham). All.: S. Conceicao.

    Arbitro: Sozza di Seregno.

La vigilia: Inzaghi avvisa l’Inter, ‘evitiamo errori ultimo derby’

Evitare gli errori dell’ultimo derby, perso meritatamente, e andare a caccia della quarta Supercoppa italiana consecutiva. L’Inter punta ad alzare il trofeo per la quarta stagione di fila nel derby contro il Milan in terra saudita, cercando anche di vendicare la sconfitta della gara d’andata in campionato.

E superare gli stessi rossoneri anche per quanto riguarda il numero di Supercoppe conquistate consecutivamente, visto che ad oggi i nerazzurri vincitori delle ultime tre stagioni sono appaiati al Milan 1992/1994. “Il derby è una partita particolare, emozionante. Il derby ricorda sempre partite speciali, il 22 aprile, la Supercoppa qua, la semifinale di Champions. Cercheremo di non rifare gli errori dell’ultimo derby, dove abbiamo meritato di perdere”, ha spiegato il tecnico interista Simone Inzaghi nella conferenza stampa della vigilia. “Sarebbe importantissimo vincere, sarebbe la quarta coppa consecutiva. In queste due stagioni ha ancora più valore perché ci sono da fare due partite ravvicinate – ha proseguito l’allenatore nerazzurro -. La soddisfazione sarebbe ancora maggiore. Ma domani l’avversario è di valore e avrà la nostra stessa voglia. Abbiamo analizzato il derby di andata, abbiamo visto la semifinale. Sappiamo cosa dobbiamo fare”. Anche in termini di formazioni, le scelte sembrano fatte. Thuram va verso la panchina (“non prenderemo rischi ma valuteremo”, ha spiegato Inzaghi), così come Correa (alle prese con un problema muscolare), così accanto a Lautaro Martinez ci sarà Taremi in attacco, mentre per il resto verrà confermata la formazione titolare che ha battuto l’Atalanta nella semifinale in Arabia Saudita.

E proprio le ultime prestazioni dell’attaccante argentino sono state uno dei temi di discussione in conferenza stampa. “Lautaro è un grande capitano, sta gestendo al meglio la fascia di capitano – le parole del tecnico interista -. È un grande attaccante, so cosa vuol dire non fare gol, sono stato attaccante anche se meno forte di lui. L’altra sera ha fatto una grandissima partita. So che gli attaccanti vogliono segnare ma lo vedo tranquillo. La squadra vince e gioca bene, dobbiamo continuare così sapendo che Lautaro ci darà una grandissima mano”. Lo stesso Lautaro ha riconosciuto di aver “già vissuto momenti così ma secondo me questo è il peggiore – ha commentato in conferenza stampa l’argentino -. Però vedi come lo gestisco in maniera diversa? Perché io mi sento bene, sto tornando in forma e sono tranquillo anche senza gol. Ci sono altri compagni che stanno segnando. L’unica cosa che conta è che l’Inter vinca”. E poi ancora: “Guardo poco le statistiche, il gol è importante ma conta di più che l’Inter vinca. Quando non segno cerco sempre di dare un contributo alla squadra in altro modo e secondo me lo sto facendo. Ho riposato poco, non ho fatto la preparazione che volevo perché non c’era tempo”. Prima di concludere con un messaggio anche ai compagni: “Mi stimola tanto questa partita perché è una finale, è un derby. Sappiamo tutti quanto è importante questa partita, è il primo trofeo della stagione”.

La vigilia: Conceiçao, da difficoltà nascono cose belle

Emozioni poche, concentrazione massima. Sergio Conceiçao ancora febbricitante arriva in conferenza stampa alla vigilia di un derby che vale un trofeo e tossisce. Non è in formissima, come non lo è neppure il Milan. “Spero che la squadra stia meglio di me”, ammette subito con un po’ di ironia.

Ma il morale è alto, il tecnico portoghese si lascia andare anche a qualche battuta, pur riconoscendo l’importanza della sfida. “Ci sono due partite per vincere un titolo, abbiamo fatto mezzo passo e adesso dobbiamo fare l’altro mezzo: abbiamo fiducia anche se ci sono difficoltà. La vita è così – spiega -, nelle difficoltà nascono belle cose”. Sicuramente Conceiçao avrebbe preferito giocarsi un derby tanto delicato in una situazione diversa, con maggior tempo a disposizione per trasmettere le sue indicazioni, per riposare dopo la semifinale e per essere certo dello stato di forma dei suoi giocatori.

La sfida è complicatissima anche se i nerazzurri sono in emergenza in attacco con i forfait di Thuram e Correa. Nel Milan invece Rafael Leao non è ancora al meglio e si siederà probabilmente in panchina. Matteo Gabbia poi non ha svolto la rifinitura per un attacco influenzale. “L’Inter negli ultimi anni ha vinto con lo stesso allenatore e i giocatori sono insieme da tanto tempo. Vincere è difficile, ma in mezzo alle difficoltà dobbiamo essere uomini tutti. Non possiamo dimenticare – puntualizza l’allenatore – che abbiamo un giorno in meno di riposo rispetto all’Inter, che abbiamo quattro o cinque giocatori reduci da infortunio e che non sono al top. È una realtà ma non una scusa. Non ne parlerò a fine partita se vinciamo o perdiamo, ma è così”. È un disappunto forte, quello di Conceiçao che non si lascia però distrarre dagli ulteriori intrecci che questa seconda partita al Milan porta con sé. Dopo aver affrontato suo figlio in semifinale, questa volta fronteggerà l’Inter, sua ex squadra, allenata da Simone Inzaghi, suo ex compagno ai tempi della Lazio. Tra i due però i precedenti da ‘colleghi’ di panchina, non sono propriamente sereni. Ai tempi di Porto mancò la stretta di mano, due anni fa. “Ci sono episodi durante la partita. Non c’è stata mancanza di rispetto, siamo due uomini di calcio abbiamo giocato insieme, ci vogliamo bene. Sarà mio amico prima e dopo la partita, durante saremo avversari”, chiarisce il portoghese. E cambia poco se di fronte c’è l’Inter: “Io ho rispetto per tutte le squadre con cui ho giocato. Mio figlio gioca nella Juve, il sentimento è uguale a prescindere dall’avversario: i sentimenti li ho per i miei giocatori, ho tanta voglia di preparare bene le cose, perché loro possano battere una squadra forte. È la cosa più importante che abbiamo in testa, la base deve essere la nostra ambizione”. Ora per Conceiçao c’è solo il Milan e la chance concreta di poter vincere subito un trofeo ed entrare nella storia di un grande club. Se perderà avrà l’alibi del poco tempo a disposizione, se vincerà sarà eroe. Novanta minuti che valgono più per il Milan che per l’Inter e che possono far svoltare la stagione rossonera.

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