Caso tamponi, 2 mesi in appello e Lotito torna in pista

Due mesi di inibizione a Claudio Lotito e 50 mila euro di multa alla società sportiva Lazio, 5 mesi di inibizione ai medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia. È la sentenza della Corte d’appello federale della Figc, presieduta da Marco Lipari, del processo-bis per violazione dei protocolli anti-Covid dei biancocelesti la scorsa stagione, dopo che il Collegio di garanzia dello sport presso il Coni aveva stabilito di riformulare la sanzione inizialmente comminata dal secondo grado federale a 12 mesi di inibizione per il patron.

Una sentenza che di fatto riabilita Lotito alle sue funzioni di presidente (giovedì potrà tornare negli spogliatoi della sua Lazio in occasione della sfida di Europa League contro il Marsiglia) ma soprattutto di consigliere federale. A seguito delle motivazioni del Collegio di garanzia, Lotito aveva provato a far parte del consiglio successivo ma il presidente della Figc Gabriele Gravina lo aveva invitato a lasciare gli uffici di via Allegri in quanto ancora squalificato. Da oggi Lotito potrà tornare a parteciparvi, avendo già scontato i due mesi a partire dal primo grado con sentenza emessa il 26 marzo scorso. Anzi, avanzano oltre 4 mesi di ‘presofferto’ che potrebbero anche indurlo a una richiesta di risarcimento danni alla Federcalcio.

Anche se il legale del patron biancoceleste Gian Michele Gentile, invita alla calma: “Teoricamente – sottolinea all’ANSA – potrebbe esserci un diritto a un risarcimento del danno. Si può fare tutto ma bisogna vedere le scelte della persona: Lotito è un uomo delle istituzioni, di questa istituzione. Certo, l’istituzione l’ha trattato male. Tecnicamente si va al Tar, abbiamo tempo cinque anni”. I fatti sono risalenti alle due partite di campionato della scorsa stagione, Torino-Lazio e Lazio-Juventus, che avevano visto scendere in campo Ciro Immobile nel primo match (autore anche del rigore del 3-3) e Djavan Anderson sedere in panchina contro i bianconeri, entrambi presunti positivi a seguito di diversi test anti-Covid. Dal Collegio di garanzia del 7 settembre scorso, erano venuti meno 5 punti su 6 relativi alle pesanti accuse della procura federale. Per Lotito, oggi il procuratore Giuseppe Chinè aveva richiesto la pena di 10 mesi, troppi secondo la Corte d’appello oggi composta con tutti giudici diversi rispetto al primo processo.

“Potrebbe non essere finita qui”, specifica Gentile. “La Procura – prosegue l’avvocato – potrebbe fare ricorso al Collegio di Garanzia, ma secondo me ha meno chance perché prevalentemente si dovrebbe lamentare solo della pena, ma solo per la pena non si può andare al Collegio. Certo, la Procura non ne esce bene e magari può insistere”.

   

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