sabato, 18 Gennaio 2025
Anemia mediterranea legata a invecchiamento precoce cervello
L’anemia mediterranea o falciforme –
una malattia cronica in cui i globuli rossi del sangue
appiccicosi e deformati si aggregano, riducendo l’apporto di
ossigeno agli organi – porta a maggior rischio e di disabilità
cognitive infatti il loro cervello appare più vecchio – anche
fino a 14 anni di più – rispetto a quello di coetanei senza la
malattia. Anche trovarsi in difficoltà economiche, anche in
assenza di anemia, si collega a un cervello più vecchio. È
quanto emerge da un lavoro di un team multidisciplinare di
ricercatori e medici della Washington University School of
Medicine di St. Louis pubblicato su JAMA Network Open.
Gli esperti hanno coinvolto più di 200 giovani adulti con e
senza malattia falciforme, sottoposti a scansioni di risonanza
magnetica cerebrale e a test cognitivi. I ricercatori hanno
calcolato l’età cerebrale di ogni persona utilizzando uno
strumento sviluppato su dati relativi a oltre 14.000 persone
sane di età nota. L’età cerebrale stimata è stata confrontata
con l’età anagrafica dell’individuo. I ricercatori hanno
scoperto che i partecipanti con malattia falciforme avevano un
cervello che appariva in media 14 anni più vecchio della loro
età reale. I partecipanti con cellule falciformi con un cervello
più vecchio hanno anche ottenuto punteggi inferiori nei test
cognitivi.
Lo studio ha anche rilevato che, in generale, lo status
socioeconomico è correlato all’età del cervello. In media, è
stato riscontrato un divario di sette anni tra l’età cerebrale e
l’età reale dei partecipanti negli individui sani che vivono in
condizioni di povertà. Quanto più grave è la deprivazione
economica, tanto più vecchi appaiono i cervelli dei soggetti
dello studio.
La malattia falciforme è congenita, priva cronicamente il
cervello in via di sviluppo di ossigeno e può influire sulla sua
crescita fin dalla nascita. Inoltre, i bambini esposti a
privazioni economiche e povertà a lungo termine sperimentano
problemi che influenzano il loro rendimento scolastico.
Nell’ambito dello stesso studio, i ricercatori stanno eseguendo
nuovamente test cognitivi e scansioni del cervello degli stessi
partecipanti sani e malati, tre anni dopo la prima scansione,
per verificare se i cervelli che appaiono più vecchi sono
effettivamente invecchiati in modo prematuro o se sono invece la
conseguenza di uno sviluppo cerebrale arrestatosi durante
l’infanzia.
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