mercoledì, 22 Gennaio 2025
Oscar, Brutalist e Emilia in pole alle nomination
(di Alessandra Baldini) Limitato dall’accusa di aver
usato l’intelligenza artificiale nei dialoghi in ungherese, The
Brutalist si prepara da frontrunner contro Emilia Perez alle
nomination agli Oscar: il film-fiume di Brady Corbet con Adrien
Brody protagonista potrebbe accaparrarsene giovedì una decina
contendendo il primato al musical di Jacques Audiard su un
narcotrafficante che diventa donna. Seguono Conclave e Dune 2
con nove potenziali chance, davanti ad Anora, A Complete Unknown
e Wicked con sei possibilità di entrare in finale. L’Italia tifa per Vermiglio di Maura Delpero candidato contro
una concorrenza agguerrita per la cinquina del miglior film
internazionale: tra i 15 finalisti ci sono Emilia Perez
(Francia, premio speciale della Giuria a Cannes) e il brasiliano
Io Sono Ancora Qui premiato a Venezia per la sceneggiatura e ai
Golden Globe con Fernanda Torres migliore attrice protagonista.
Tra i favoriti ci sono anche il tedesco Il Seme del Fico Sacro
sul dramma delle donne iraniane, il lettone Flow (Golden Globe
come miglior cartone e nella longlist uscita a dicembre) e
Kneecap, premiato ai Bafta come opera britannica prima. La
Torres potrebbe restare in gara tra le migliori attrici con
Karla Sofia Gascon, Mikey Madison di Anora, Kate Winslet,
Cynthia Erivo, Angelina Jolie o Nicole Kidman. Tra i finalisti
per il miglior attore, oltre a Brody e Ralph Fiennes, si parla
di Timothee Chalamet, Sebastian Stan (The Apprentice) e Colman
Domingo di Sing Sing.
Le votazioni si sono chiuse venerdì 17, in ritardo sul
calendario a causa degli incendi di Los Angeles. Si sono
espressi fino a 10 mila membri dell’Academy divisi in 17 rami
professionali. Nelle ultime previsioni giocano i verdetti
espressi ai premi di settore, ma non solo: Brutalist è davvero
troppo lungo per esser stato visto fino in fondo dai giurati
alle prese coi roghi? Questo potrebbe spiegare la scarsa
attenzione ricevuta da Felicity Jones, il cui personaggio
decolla nella seconda metà del film.
Se Vermiglio non ce la dovesse fare, l’Italia spera in
Isabella Rossellini: la Suor Agnes, rettrice di Casa Santa Marta
in Conclave, è di poche parole ma ha ricevuto montagne di
applausi e una candidatura ai Bafta come non protagonista. C’è
poi Challengers di Luca Guadagnino, amato per la sceneggiatura e
la colonna sonora, mentre, secondo New York Times e il New
Yorker, anche La Chimera uscito negli Usa nel 2024, meriterebbe
un paio di nomination. Per ragioni di calendario anche C’e’
Ancora Domani di Paola Cortellesi potrebbe ambire a uno slot per
il miglior film: “Le probabilita’ di farcela sono quelle di un
gatto in tangenziale”, ha ammesso però la stessa regista.
Quanto alla regia, la corsa è apparentemente solo maschile:
i premi della Directors Guild hanno candidato Audiard (Emilia
Perez), Sean Baker (Anora), Edward Berger (Conclave), Brady
Corbet (The Brutalist) e James Mangold (A Complete Unknown)
snobbando, tra le papabili, Coralie Fargeot di The Substance. Il
sindacato degli attori ha puntato come miglior cast (equivalente
del miglior film agli Oscar) su Wicked, A Complete Unknown,
Emilia Perez, Anora, Conclave e The Last Showgirl, mentre i
produttori hanno alzato le chance di A Real Pain di Jesse
Eisenberg con Kieran Culkin in pole come comprimario.
La corsa al miglior film è la più prestigiosa e la più
imprevedibile: c’è chi si affida agli allibratori, chi agli
algoritmi per decifrare il parere dei giurati. Tra le sorprese
dell’ultima ora Variety ha inserito Juror #2: un omaggio
all’ultimo Clint Eastwood e una sfida simbolica alla Warner che
ha dato al canto del cigno di un grande di Hollywood un’uscita
limitata in meno di 50 sale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA