Netflix: il CEO Ted Sarandos riflette sulla questione Dave Chappelle

Le controversie intorno allo special The Closer di Dave Chappelle hanno scatenato un putiferio sia all’esterno che all’interno di Netflix. Diversi dipendenti, specialmente quelli che si identificano come trans, hanno esternato il loro malcontento in rete, e uno in particolare è stato licenziato per aver diffuso documenti commercialmente sensibili circa il cosiddetto “impact value” di The Closer.

In una message board interna alla compagnia, il co-CEO Reed Hastings ha scritto che Netflix “continuerà a lavorare con Dave Chappelle in futuro”. “Lo vediamo come una voce unica, ma possiamo capire se voi o altri non vorrete mai guardare i suoi spettacoli”.

Ora anche l’altro CEO, Ted Sarandos, si è pronunciato sulla questione Chappelle. Intervistato da Deadline dopo la chiamata agli azionisti del terzo trimestre 2021, Sarandos ha ammesso di aver “fatto un casino con la comunicazione interna”:

Sarebbe stato meglio se avessi riconosciuto che un gruppo di nostri dipendenti stava soffrendo molto a causa della decisione presa. E avrei dovuto riconoscerlo subito, prima di tentare di razionalizzare il dolore che stavano attraversando. Lo dico perché li rispetto profondamente e riconosco l’importanza del loro contributo a Netflix. Stavano soffrendo, e avrei dovuto riconoscerlo prima di tutto.

Sarandos prosegue sottolineando come quella intorno a Chappelle sia anche una questione di “libertà di parola ed espressione creativa”. E l’ennesima dimostrazione che “se metti qualcosa su Netflix che piace ad alcuni, ad altri non piacerà, sia abbonati che dipendenti”:

È impossibile accontentare tutti. Noi tentiamo di accontentare un mondo che è fatto di persone con gusti, sensibilità e opinioni diverse, e diventa molto difficile farlo per tutti. Internamente lo abbiamo detto che ci saranno cose su Netflix che non ti piaceranno. Ci sono cose su Netflix che potrebbero ferire te, i tuoi colleghi e i tuoi amici, ma stiamo cercando di intrattenere il mondo e prendere decisioni aziendali che proteggano la libertà creativa e gli artisti e anche un luogo di lavoro rispettoso e sicuro.

Nessun cartello, avviso o taglio sarebbe stato meglio

In conclusione, pur riconoscendo la sofferenza di alcuni dipendenti, Sarandos non sembra voltare le spalle alla decisione di includere Dave Chappelle nella scuderia Netflix. E non è d’accordo con chi ha chiesto che venisse posto un avviso all’inizio di The Closer:

La stand-up comedy è un’arte piuttosto singolare. I comici testano il materiale in tour per, a volte, due anni prima di registrare il loro special, perciò non veniamo coinvolti né interferiamo con il materiale di per sé. E penso che sia coerente con un certo tipo di stand-up comedy e certamente coerente con la comicità di Dave Chappelle. Perciò non credo che un cartello di avviso o dei tagli sarebbero stati appropriati.

Leggi su ScreenWEEK.it