A ‘caccia’ influenza aviaria in Antartide, dati su 250 pinguini

Una storica missione dell’Istituto
zooprofilattico sperimentale delle Venezie (IzsVe) si è svolta
tra ottobre e novembre fra i ghiacci dell’Antartide alla ricerca
dell’influenza aviaria, con l’obiettivo di verificare la
presenza del virus H5n1 fra le popolazioni di pinguini.
    In sole due settimane, i ricercatori hanno raccolto e testato
campioni da oltre 250 animali, appartenenti a cinque colonie
diverse, dislocate su una striscia di costa che si estende per
oltre 400 chilometri, dalla base Mario Zucchelli fino a Cape
Adare, il promontorio in cui si trova la più grande colonia al
mondo di pinguini di Adelia, composta da oltre 300mila animali e
dove si trova il primo sito abitativo antartico, un insieme di
capanne costruite nel 1899 dagli esploratori norvegesi
capitanati da Carsten Borchgrevink.
    La missione è stata promossa su iniziativa dell’Enea, che ha
richiesto all’IzsVe di verificare l’eventuale presenza del virus
fra le colonie di pinguini situate nel raggio operativo della “Mario Zucchelli”, una delle due basi italiane in Antartide, al
fine di dotare il personale di istruzioni operative e
dispositivi di sicurezza mirati alla riduzione del rischio
zoonotico da H5N1. Francesco Bonfante e Alessio Bortolami,
virologi veterinari sono partiti per la missione, assolutamente
unica, per meglio comprendere le dinamiche di diffusione
dell’influenza aviaria nel continente antartico.
    Nel 2022 l’influenza aviaria si è spinta per la prima volta
fino alle coste più meridionali del Sudamerica, dove ha causato
episodi di mortalità di massa in numerose specie di uccelli,
oltre a decimare intere colonie di leoni ed elefanti marini. Il
virus è stato ritrovato in pinguini della Georgia del Sud, e nel
febbraio 2024 è entrato nel continente antartico, nelle
vicinanze della stazione di ricerca argentina Primavera Base.
   
   

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