mercoledì, 12 Febbraio 2025
Francini, il cinema è vivo e lotta insieme a noi
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“Il cinema è vivo, è vivissimo e
combatte insieme a noi. Io ho sempre pensato che tutto quello
che muore resta nella luce: lo diceva Peppino Impastato ne I
cento passi, io la penso esattamente così”.
Lo dice Chiara Francini, attrice e produttrice indipendente che
oggi ha partecipato ad un convegno alla Camera sulle eccellenze
italiane nell’industria globale dell’intrattenimento.
“Il cinema italiano è stato dichiarato morto un milione di
volte, e milioni di volte è risorto dalle sue ceneri, perché è
giusto così, è naturale e fisiologico, perché il cinema racconta
la vita” e “il cinema italiano è una creatura fragile e
potentissima, è riuscito a cadere e a rialzarsi mille volte, a
raccontare il nostro tempo nella sua brutale bellezza, nella sua
malinconia e nella sua resistenza” ha detto l’attrice sostenendo
che “il cinema non soltanto nei suoi contenuti, ma anche nella
sua esistenza, come industria, deve restituire quest’altalena,
questo singhiozzo, deve restituire queste vette e queste cadute.
Perché se ci pensate quando si crolla per terra abbiamo una
grandissima opportunità. L’opportunità di vedere la realtà da
una prospettiva che mai avremmo potuto avere se fossimo sempre
stati eretti. E nel momento dell’ascensione, nel momento in cui
ci si rialza, c’è la conoscenza. E questo è il cinema italiano.
Questo è il miracolo del cinema italiano, è il miracolo della
letteratura”.
Il cinema, ha poi aggiunto l’attrice-produttrice è letteratura: “Non saremmo italiani senza Dante, senza Grazia Deledda, senza
Sandro Penna, senza Antonioni, senza Franca Rame e senza Dario
Fo” di cui, ha ricordato, da produttrice ha realizzato Coppia
aperta, quasi spalancata, “un piccolo-grande film che, grazie
allo Stato abbiamo potuto creare e che ha aperto le giornate
degli autori all’ultima mostra del cinema di Venezia”.
Il cinema italiano, ha inoltre aggiunto, “va sostenuto in ogni
sua forma, dal cinema d’autore a quello di genere, al
documentario, a quello sperimentale, perché non sappiamo mai
dove nascerà il prossimo capolavoro, non sappiamo quando nascerà
il prossimo autore che lascerà un segno nella nostra epoca.
Dostoevski diceva che la bellezza salverà il mondo, io invece
sono sempre stata convinta che il dialogo salverà il mondo e che
il cinema sia essenziale per salvare l’Italia”.
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