lunedì, 21 Aprile 2025
Tumori ematologici e CAR-T, studio svela possibile complicazione

Sessanta minuti. È sufficiente
attendere appena un’ora, dal momento dell’infusione delle CAR-T
– terapie cellulari avanzate che utilizzano le cellule del
proprio sistema immunitario per combattere i tumori ematologici
– per capire se il paziente rischia di sviluppare neurotossicità
nei giorni successivi. Una novità resa possibile da strutture
biologiche grandi appena 100 nanometri: le vescicole
extracellulari. È quanto emerge da uno studio scientifico
dell’Irccs Policlinico di Sant’Orsola di Bologna, pubblicato sul
Journal of clinical investigation.
I ricercatori della Piattaforma Ibt (Immunobiologia dei
trapianti e delle terapie cellulari) hanno scoperto un metodo
per prevedere con diversi giorni d’anticipo la probabile
insorgenza dell’Icans, ovvero la sindrome da neurotossicità
associata a terapia con cellule immunoeffettrici, un effetto
collaterale che interessa circa un terzo dei pazienti
oncoematologici trattati con le CAR-T e che si manifesta a 5-7
giorni di distanza dall’infusione sotto forma di confusione,
disturbo del linguaggio, disturbo motorio e convulsioni. Nei
casi più gravi può portare al coma o al decesso.
La ricerca dimostra che un’alta concentrazione di vescicole
extracellulari nel sangue, misurata a un’ora di distanza
dall’infusione della terapia cellulare, si correla fortemente
allo sviluppo della sindrome entro la settimana successiva.
Conoscere in anticipo il probabile sviluppo di questa
complicanza consente non solo di modulare per tempo la risposta
terapeutica, ma anche di accorciare i tempi di degenza. Al
momento, infatti, i pazienti restano ricoverati per circa due
settimane a scopo precauzionale: grazie a questa novità, i casi
ritenuti non a rischio potranno invece essere dimessi in
sicurezza. “Si tratta di un risultato eccezionale, un ulteriore
passo in avanti per una terapia che rappresenta una delle
frontiere più innovative e promettenti nella lotta a mielomi e
linfomi”, commenta Francesca Bonifazi, direttrice della
Piattaforma di Immunobiologia dei trapianti e delle terapie
cellulari e dell’unità operativa complessa “Trapianto e Terapie
Cellulari in Ematologia” dell’Irccs.
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