giovedì, 6 Marzo 2025
Salva Milano: è terra bruciata intorno a Sala
I recenti avvenimenti relativi alle inchieste giudiziarie nel settore edilizio milanese, dove sono stati accusati di corruzione e falso diversi dirigenti comunali, hanno scatenato un vero e proprio terremoto nel capoluogo meneghino. Con scosse di assestamento che si sono sentite fino a Roma, dove il provvedimento, salvo colpi di scena, verrà affossato.
L’ordinanza emessa dal gip Mattia Fiorentini avrebbe infatti smascherato una «organizzazione» atta a «favorire le società e i progettisti prescelti a piacimento». In pratica l’architetto Giovanni Oggioni e i suoi accoliti avrebbero creato un sistema per rilasciare permessi e dare valutazioni positive a progetti edilizi in maniera arbitraria e contro la legge, per tornaconti personali.
Ma, ancor più grave, l’«organizzazione» avrebbe anche contribuito alla stesura del decreto legislativo “Salva Milano”, fortemente voluto dal sindaco Sala per far ripartire i numerosi cantieri posti sotto sequestro che hanno notevolmente rallentato il settore edilizio meneghino.
Come prevedibile, nella giornata di ieri Beppe Sala è dovuto correre ai ripari, prima dichiarando che lui difende sempre «l’amministrazione, il Comune e la squadra, ma se poi uno ha sbagliato che paghi, e che paghi duramente», poi, una volta emerse le parti più sconvolgenti dell’ordinanza del gip, affidando ad una nota stampa del Comune il suo dietrofront sull’appoggio al dl “Salva Milano”: «Questa amministrazione non sostiene più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta ‘Salva Milano’». Il Comune, anzi, vorrebbe ora costituirsi parte civile.
Immediato il sostegno del Pd, la cui segretaria Elly Schlein ha dichiarato: «Dopo i gravi fatti emersi oggi dalla magistratura è evidente che non ci sono le condizioni per andare avanti in una discussione».
Anche dalla maggioranza arrivano ripensamenti, con il Senatore Roberto Rosso (FI), relatore del provvedimento, che ha fatto sapere come nelle prossime settimane si svolgeranno riunioni di maggioranza e di commissione per capire «se e come procedere con l’iter», aggiungendo: «Non commento le indagini, ma è un fatto politico che il Comune di Milano abbia tolto il suo appoggio al provvedimento». Inoltre una fonte interna al centrodestra ha dichiarato ad Agi che «Ormai si prevede una pietra tombale sul Salva Milano».
In giornata, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra sono subito passate all’attacco, crogiolandosi per essere sempre stati contrari al decreto legislativo e chiedendo un’informativa al Governo. Non sono mancate frecciatine anche alla maggioranza, perché nelle intercettazioni pubblicate dal gip gli indagati fanno i nomi di Maurizio Lupi (Noi Moderati) e Tommaso Foti (FdI). Giova ricordare che né Lupi né Foti sono indagati, né tantomeno potevano essere a conoscenza del malaffare condotto da Oggioni e accoliti. Bisognerebbe inoltre far presente che gli indagati sono dirigenti ed ex dirigenti comunali di una città che negli ultimi 14 anni è stata sempre amministrata dal centrosinistra, anche con il sostegno di Avs.
Forse una commissione d’inchiesta comunale aiuterebbe a fare maggior chiarezza sul malaffare condotto nel settore edilizio meneghino, come suggerito anche dal deputato di FdI Marco Osnato.