Garattini: «Terza dose? Meglio fare la prima a tutti i ragazzi sopra i 5 anni»

La risalita dei casi Covid in Italia ha fatto tornare in campo l’idea di estendere la terza dose di vaccino a tutta la popolazione. Ad affermarlo come idea da considerare è il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro ma anche il presidente del Cs, Franco Locatelli che hanno parlato di «ipotesi verosimile». Infatti il confronto dei casi delle ultime due settimane parla chiaro. Tra l’11 e il 17 ottobre ci sono stati 17.602 casi mentre tra il 18 e il 24 sono stati 23.305. Ma fare la terza dose a tutta la popolazione è la soluzione giusta per fermare la risalita dei contagi?

«Prima di pensare di fare la terza dose a tutti converrebbe per logica vaccinare i giovani con prima e seconda dose. Adesso è possibile farlo anche ai bambini a partire dai 5 anni, anche perché l’aumento dei contagi è certamente in parte dovuto a loro» ci spiega Silvio Garattini scienziato e farmacologo dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”

Prof. Garattini quale parte della popolazione deve fare la terza dose?

«È un pensiero ormai generalizzato che la terza dose è importante per le categorie più fragili. Ossia gli anziani, le persone con una scarsa risposta immunitaria come i trapiantati e gli oncologi, chi usa farmaci che agiscono sull’immunità e chi ha dei fattori di rischio. Tra questi ovviamente anche i sanitari che hanno rapporti con il pubblico in ambito ospedaliero, quindi sono persone a rischio perché possono contagiare ed essere contagiati. Per il resto della popolazione si deve aspettare un momento e vedere come vanno le cose. Non sappiamo come si svilupperà la situazione».

Secondo lei perché c’è stato nuovamente un aumento dei contagi?

«Tutto faceva sembrare che andassimo in una direzione buona. I contagi se pur lentamente erano diminuiti, poi in questi ultimi giorni abbiamo avuto un improvviso aumento e questo desta preoccupazione. È normale che prima di pensare di fare la terza dose a tutti converrebbe per logica vaccinare i giovani con prima e seconda dose perché adesso è possibile fare il vaccino anche ai bambini a partire di 5 anni. È importante se non fondamentale cercare di avere il maggior numero di persone con la doppia vaccinazione».

Crede che l’aumento dei contagi sia dovuto ai giovani?

«In parte certamente si, è dovuto alle riapertura delle scuole dove relativamente ci sono pochi dati a disposizione a fronte di tante opinioni. Secondo me è importante affrontare il problema da due prospettive. Da una parte dobbiamo assicurare che il maggior numero di persone abbia le due dosi di vaccino e dall’altra fare in modo che la terza dose sia fatta a quelli che ne hanno realmente bisogno, che sono le stesse categorie che hanno avuto la priorità all’inizio dell’anno, quindi ospiti Rsa, anziani, persone con fattori di rischio e sanitari.

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