sabato, 19 Aprile 2025
Edoardo Pesce, divertente fare un podestà trumpiano e scorretto

È proprio vero che lo sguardo di un
bambino cambia le cose e quello di Emilio, bambino degli anni
Trenta, le cambia davvero molto. Questo il plot di ‘Ho visto un
re’ di Giorgia Farina in sala dal 30 aprile distribuito da
Medusa, deliziosa commedia-favola ispirata a un fatto vero.
Ambientato nel 1936 con l’Italia fresca di vittoria in Etiopia
vediamo questo bambino (Marco Fiore), che vive con i genitori in
una grande villa in campagna a Torre del Greco, diventare amico
di un principe guerriero etiope, Abraham Imirrù (Gabriel
Gougsa), confinato dal fascismo nella voliera del suo giardino
in attesa che collabori con il regime.
Per il ragazzino quella strana figura abbigliata con vistosi
colori non è altri che il suo mito ed eroe Sandokan, altro che
nemico del fascismo, ma non la pensa così certamente suo padre,
un podestà (un grande Edoardo Pesce) caricaturale e
monicelliano quanto basta, capace di ripetute espressioni
tipiche dell’epoca, ma oggi politicamente poco corrette, come ‘negro’ e ‘frocio’. Insomma Pesce interpreta un campione di
maschilismo sposato con una donna-vittima (Sara Serraiocco) che
cerca una sua personale fuga nell’arte della pittura.
“Certo che mi sono divertito a fare questo personaggio un po’
trumpiano e maschilista, un uomo che mi ha fatto anche molta
tenerezza perché non si evolve mai – dice stamani Pesce a Roma –
Rappresento il fascismo in tutte le sue sfumature mentre il
principe mi ha ricordato la canzone Bocca di Rosa di De André,
ovvero una figura che sconvolge l’equilibrio di un paesino
chiuso nelle sue abitudini”.
Dice la regista di ‘Amiche da morire’, ‘Ho ucciso Napoleone’ e ‘Guida romantica a posti perduti’: “Questo film nasce da una
storia vera raccontata da Nino Longobardi ne ‘Il figlio del
podestà’, una storia di crescita, di patriarcato dove tutti sono
in un modo o nell’altro in gabbia e c’è chi si libera e chi no”.
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