I «furbetti» del Reddito di Cittadinanza ci hanno rubato 174 milioni, per sempre

Il Reddito di Cittadinanza nato come misura di contrasto alla povertà si è trasformato in breve tempo in un sistema per sottrarre illecitamente milioni di euro alla Stato. Secondo i controlli dei Carabinieri e della Guardia di Finanza infatti tra il 2019 e il 2021 sono stati percepiti 174 milioni di euro da persone che non ne avevano diritto. Dati allarmanti che hanno messo in discussione la modalità con cui viene assegnato il Reddito. Infatti dagli accertamenti effettuati su 87mila soggetti controllati, sono emerse 4.839 irregolarità e 3.484 casi sono stati deferiti all’autorità giudiziaria. L’ultima maxi-operazione nel Centro-Sud che ha coinvolto Campania, Puglia, Abruzzo, Molise, Basilicata ha consegnato alla giustizia 5.000 irregolari per un totale di 22.000 denunciati.

Ma quanto di questo denaro tornerà nelle casse dello Stato? Poco se non addirittura nulla.

«Il Reddito di Cittadinanza – ci dice un graduato della Guardia di Finanza impegnato da mesi in questi controlli che preferisce restare anonimo – è un sistema con il quale purtroppo bisogna ammetterlo sono stati assegnati soldi a pioggia a migliaia di persone che non ne avevano diritto. Denaro andato perso per sempre perché non verrà mai restituito. Il problema infatti non è la persona che possiede una Ferrari e percepisce indebitamente il reddito di cittadinanza ma sono quei percettori che vivono ai margini della società e non potranno mai restituire nulla»

Come hanno fatto a percepire il Reddito di Cittadinanza senza avere i requisiti?

«Con l’autocertificazione, perché nel 2021 con la tecnologia di ultima generazione di cui si dispone non si è stati in grado di predisporre un sistema che controllasse la veridicità delle dichiarazioni prima di assegnare il reddito. Era necessario che si utilizzasse un sistema integrato che permettesse agli enti di comunicare tra di loro ma così non è stato.Infatti all’inizio i dati delle truffe non venivano pubblicizzati forse per nascondere l’insuccesso che era prevedibile ed oggi è sotto gli occhi di tutti».

Chi sono i furbetti del reddito?

«Dentro c’è di tutto, ma ripeto molti non possiedono nulla che possa essere sequestrato. Ad esempio ci sono persone che hanno dichiarato di essere disoccupate mentre l’intero nucleo familiare lavorava. Altre con piccole società intestate che oltre a risultare evasori fiscali si fingevano nullatenenti. Alcuni soggetti invece erano in carcere o ai domiciliari e non lo hanno mai comunicato, mentre i loro famigliari continuavano a prelevare con la loro carta il reddito. Poi ci sono i casi eclatanti che fanno più notizia ossia di persone, proprietarie di auto di lusso, appartamenti, concessionari aziende e barche ma sono una piccolissima percentuale che almeno potranno restituire quanto sottratto».

A conferma di questo l’attività svolta dai Carabinieri del Comando Interregionale “Ogaden” che hanno giurisdizione sulle Regioni Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata, unitamente con il Comando Carabinieri Tutela del Lavoro nei controlli. I militari tra il 1° maggio e il 17 ottobre hanno riscontrato che 4.839 soggetti non avevano i requisiti per percepire il reddito. Inoltre 1.338 di questi erano già noti alle Forze di Polizia e 90 di loro avevano condanne o precedenti per gravi reati di tipo associativo. Queste persone hanno sottratto indebitamente allo Stato 20 milioni di euro.

Le storie

In provincia di Napoli un soggetto 41enne percettore di Reddito di Cittadinanza al momento della richiesta aveva omesso di dire che era sottoposto a misura detentiva, benché fosse agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico perfettamente funzionante. Nella stessa provincia sono stati denunciati tra gli altri 80 soggetti, tutti contigui alla criminalità organizzata, che con dichiarazioni omissive sono riusciti ad ottenere 852.515,91 euro di illecita percezione del reddito di cittadinanza.
A Bari Palese un noto pluripregiudicato (arrestato il mese scorso in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, per furto) aveva richiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza nonostante fosse colpito da Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza, avendo omesso di comunicare l’esistenza della misura di prevenzione a suo carico.
A San Pietro Vernotico (BR) un anziano esponente di rilievo della Sacra Corona Unita, omettendo di comunicare di essere sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, è riuscito a percepire il Reddito di Cittadinanza. A Campobasso quattro stranieri hanno presentato domanda di ammissione al beneficio del Reddito di Cittadinanza dichiarando, falsamente, di risiedere presso strutture di accoglienza dove erano stati ospiti ma ora chiuse e da dove si erano allontanati per ignota destinazione, tanto da essere stati anche cancellati dall’anagrafe comunale per “irreperibilità”;
A Canosa di Puglia e Trinitapoli (BT) le irregolarità emerse hanno riguardato cittadini stranieri sia comunitari, sia extra U.E, che hanno falsamente dichiarato di riunire il requisito della residenza in Italia da oltre 10 anni, risultando in realtà presenti da periodi molto più brevi, o addirittura già cancellati all’anagrafe poiché irreperibili da anni, ma artatamente ricomparsi e reiscritti soltanto ai fini della presentazione della domanda tesa a ottenere il reddito di cittadinanza. Altri ancora, una volta ottenuto il reddito sono stati cancellati dall’anagrafe comunale poiché resisi irreperibili o rientrati nel proprio Paese di origine, tornando in Italia circa una volta al mese esclusivamente al fine di poter spendere e monetizzare quanto indebitamente percepito. Vi sono stati anche casi di numerosi soggetti che hanno dichiarato di far parte di nuclei familiari composti da 15-20 persone asseritamente residenti nella stessa abitazione, ma in realtà per l’anagrafe irreperibili o inesistenti.
Nella sola città di Napoli e provincia tra i percettori del reddito c’erano Camorristi, parcheggiatori abusivi, rapinatori, truffatori e lavoratori irregolari che hanno sottratto indebitamente 5 milioni di euro.
Tra i numerosi casi, un 41enne di Cardito ha percepito puntualmente ogni mese il Reddito di Cittadinanza. L’uomo pur essendo agli arresti domiciliari, ha presentato istanza e ha ottenuto il contributo mensile per oltre 1 anno e mezzo anche se destinatario di provvedimento giudiziario, ovviamente non dichiarato nel form di richiesta. Ma non è stato un caso isolato. Infatti sono state 2441 le persone alle quali è stato revocato il beneficio su tutto il territorio della provincia partenopea, 716 denunciati per truffa ai danni dello Stato. Tra questi 422 hanno pregiudizi penali e 64 per associazione di tipo mafioso. Sono diversi i soggetti infatti a cui è stato assegnato il reddito e appartenenti alla criminalita organizzata tra cui l’esponente di spicco del clan Frizziero, attivo tra i quartieri Chiaia e Posillipo. Sebbene fosse sottoposto alla detenzione domiciliare per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e diverse condotte aggravate dal metodo mafioso in materia di sostanze stupefacenti ed armi, l’uomo è risultato beneficiario indiretto del reddito dì cittadinanza che veniva percepito dalla moglie convivente. Tra i beneficiari del reddito di cittadinanza si leggono anche i nomi di appartenenti al gruppo camorristico dei “Cifrone”, imputati per estorsione e rapina. Tre dei “Balzano”, imputati di associazione per delinquere di stampo mafioso, ricettazione, detenzione abusiva di armi. E ancora due spacciatori, un rapinatore e un uomo arrestato per detenzione di arma comune da sparo. Tutti in manette tra i quartieri di Marianella e Vomero aggiungevano ai profitti illeciti anche quelli garantiti dallo Stato come supporto contro l’indigenza. Dieci gli affiliati al clan Grimaldi /Vanella Grassi che, arrestati durante l’operazione “Cupola” del 2020 per associazione per delinquere di stampo mafioso, percepivano il reddito di cittadinanza.
Reddito governativo anche per 6 napoletani coinvolti in truffe agli anziani in Lombardia e recentemente finiti nelle maglie della giustizia. Risiedono in città nella zona delle “Case Nuove”, Secondigliano, Forcella e in provincia nei comuni di Mugnano e Aversa. Ad aggiungersi alla lista anche uno scippatore che sotto le telecamere del comando stazione di Napoli Capodimonte, strappò la borsa ad una diciottenne che passeggiava con un’amica.Anche lui era percettore di reddito di cittadinanza e anche lui ha dovuto rinunciare al beneficio.
Anche la madre di uno spacciatore di Scampia, si è vista revocare il “reddito” quando il figlio è stato arrestato dai Carabinieri. Rientrava nello stato di famiglia e anche i proventi dello spaccio sono considerate entrate.
A Giugliano in Campania, una donna di origini rom ha sottoscritto la domanda per ottenere il reddito senza specificare che nel suo nucleo familiare vi fosse il marito, ricercato dal 2016 con 2 ordinanze di custodia cautelare pendenti e catturato lo scorso agosto dagli stessi Carabinieri che le hanno fatto revocare il beneficio.
Ancora a Giugliano dei 102 lavoratori impiegati in 10 differenti opifici e tomaifici, 68 erano “in nero” e 25 percepivano anche il reddito di cittadinanza.

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