Covid: in over50 infezioni pregresse producono più anticorpi

(ANSA) – ROMA, 08 NOV – Chi ha contratto il COVID-19 produce
anticorpi. Ma chi è anziano ne produce di più. È quanto emerge
da un piccolo studio della Université de Montréal pubblicato
oggi su Scientific Reports, che ha analizzato la risposta
anticorpale di 32 adulti canadesi risultati positivi nel 2020 al
SARS-CoV-2 e non avevano avuto bisogno di ricovero ospedaliero.
    I pazienti erano stati reclutati dal Centre hospitalier
del’Université Laval. L’analisi della loro risposta anticorpale
è stata fatta a 4 e 16 settimane dalla diagnosi di SARS-CoV-2
tramite test PRC. Il primo dato ad emergere è che gli anticorpi
continuavano ad essere presenti nel sangue anche a 16 settimane
dalla diagnosi. Ma ad attirare l’attenzione dei ricercatori è
stata anche la correlazione tra risposta anticorpale ed età dei
pazienti: quelli con più di 70 anni avevano risposte superiori
alla media mentre al di sotto dei 49 anni si registravano
risposte anticorpali inferiori alla media.
    Gli anticorpi prodotti dopo un’infezione da parte del ceppo
originale del virus hanno reagito anche alle varianti emerse
nelle ondate successive – B.1.351 (Beta, Sud Africana),
B.1.617.2 (Delta, Indiana) e P.1 (Gamma Brasiliana) – ma a in
misura ridotta del 30-50% circa. Anche nel caso delle varianti,
tuttavia, era evidente un gap correlato all’età.
    Nel dettaglio, gli over 70 hanno mostrato risposte dal 15%
(ceppo nativo) al 30% (varianti) al di sopra della media della
coorte complessiva, quelli di età compresa tra 50-59 o 60-69
anni hanno mostrato risposte entro il 10% di la media, e quelli
di età compresa tra 18 e 49 anni hanno mostrato risposte dal 18%
(nativo) al 30% (varianti) al di sotto della media.
    Dallo studio è emerso, infine, che in un paziente con età
inferiore a 49 anni l’infezione pregressa non ha prodotto
anticorpi, ma la vaccinazione sì. (ANSA).
   

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