martedì, 26 Novembre 2024
Stellan Skarsgård dice la sua sulle critiche ai film Marvel
Stellan Skarsgård, interprete del dottor Erik Selvig nella saga di Thor e nei primi due Avengers, ha voluto dire la sua sulle polemiche che circondano i film Marvel sin dall’ormai celebre attacco di Martin Scorsese, e che sono state riaccese di recente da alcune dichiarazioni di Ridley Scott.
Durante un incontro al Göteborg Film Festival, l’attore ha fatto forse il discorso più obbiettivo e condivisibile mai letto finora in risposta alle critiche, parlando di come il problema non siano effettivamente i film Marvel, ma il mercato stesso:
Quello che Martin Scorsese ha scritto nel suo articolo non era che fosse colpa della Marvel, perché non lo è e lui lo sa. La colpa è nell’aver creduto, per decenni, che il mercato fosse al di sopra di tutto e che i ricchi dovessero diventare più ricchi. E questa è la radice di tutto, perché quello che è successo è stato che tutte le piccole compagnie di distribuzione sono state cancellate. Tutto è un monopolio.
Alcune compagnie cinematografiche non sono più guidate da persone che vogliono guadagnare facendo film perché amano il cinema. Sono guidate da grosse società che vogliono indietro il 10% del capitale investito. Il che significa che, finché vendono popcorn, va tutto bene. Per questo tutti i film medi con budget al di sotto di 100 milioni di dollari e al di sopra di 3 milioni non possono più esistere.
E ha concluso:
I film medi sono quelli che possono lentamente crescere al cinema. Aprivano in pochi cinema e andavano avanti per anni. Qualcuno volò sul nido del cuculo è stato proiettato a Stoccolma senza soluzione di continuità per vent’anni. Oggi questo non può accadere. Perciò non è tutta colpa della Marvel. È colpa di un’idea su come avrebbero dovuto funzionare i sistemi economici del mondo. Perché quei sistemi sono una finzione, ma la finzione che abbiamo mantenuto negli ultimi due decenni ha portato a questo.
Quando il mercato si impadronisce del cinema
Stellan Skarsgård ha ulteriormente elaborato in un’intervista pubblicata da The Guardian:
Non ho niente contro i film di supereroi. Ne ho fatti un paio e hanno decisamente il loro posto. Il problema è che il sistema che permette a otto persone di possedere la metà delle ricchezze mondiali accresce il potere delle forze del mercato, così i cinema piccoli e indipendenti raramente esistono ormai al di fuori delle grandi città. Non ci sono canali di distribuzione per tutti i film di medio budget che hanno i migliori attori, le migliori sceneggiature, perché non possono spendere 3 milioni in una campagna marketing. Quando i cinema li lasciano entrare, lo fanno per una settimana e, se alla fine della settimana non rientrano con l’investimento, li lasciano andare.
Bisogna ricordare che Il padrino aprì inizialmente in cento cinema negli Stati Uniti. I grossi film ora aprono i 4 mila. Avevano messo piccole inserzioni pubblicitarie nel New York Times, ma crebbe e crebbe perché era un grande film. L’opinione della gente non ha più chance. E questo è triste.
Penso sia giusto avere i film Marvel e altri blockbuster. Penso anche che dovremmo avere altri film. E questa è la cosa triste: quando entrano in gioco le pure forze del mercato, gli studios iniziano a essere guidati da compagnie a cui non importa se stanno vendendo film o dentifricio, finché ottengono il loro 10%. Quando AT&T ha preso il controllo di Time Warner, ha immediatamente detto a HBO di diventare più leggera e commerciale. Avevano sempre fatto soldi, ma non abbastanza per un investitore.
L’ironia di tutto questo è che, forse, proprio il tanto vituperato streaming sta fornendo ai film medi un nuovo sbocco, alternativo alla distribuzione in sala.
Fonte: MovieWeb