martedì, 26 Novembre 2024
Salernitana, storia di una morte annunciata
Niente proroga. La Salernitana deve cambiare proprietà entro il 31 dicembre o rischia di sparire lasciando la Serie A a 19 squadre e consegnando il calcio italiano a una figuraccia epocale. La corsa contro il tempo ormai ha i giorni contati. E’ questione di ore, forse di minuti, sempre che non emergano fatti nuovi che si prendano lo spazio ora occupato dalla rigida applicazione delle norme. La Figc ha comunicato per bocca del suo presidente, Gabriele Gravina, che non si faranno sconti: nessun proroga rispetto la scadenza di fino anno entro cui i trustee cui è affidato il club dall’estate devono perfezionarne la cessione. Siccome gli stessi, nei giorni scorsi, hanno annunciato di non aver alcuna offerta accettabile da sottoporre alla Federcalcio, ecco che la strada sembra disegnata e porta dritto al fallimento di ogni possibile mediazione.
E’ davvero così? A 200 ore dalla scadenza del termine bisogna prepararsi all’evenienza dell’esclusione del club campano, ultimo in classifica e in crisi tecnica irreversibile. La Serie A con 19 squadre è più di un’ipotesi nello scacchiere di una partita più ampia in cui la Figc ha scelto di tenere il punto per andare a vedere fino in fondo le carte di chi ha in mano il destino della società che, deve essere ricordato come punto di partenza, è da mesi sul mercato come condizione grazie alla quale ha potuto iniziare la stagione nel massimo campionato insieme alla Lazio, altra proprietà di Claudio Lotito socio fino a giugno di Marco Mezzaroma nel club campano. Tutto sottoscritto in un atto notarile con tanto di previsione dell’esclusione in caso di mancata cessione del trust entro fine 2021.
Non è avvenuto. I trustee che stanno gestendo il club giurano che sia colpa delle offerte inesistenti o irricevibili. Altrove il sospetto è che si stia cercando di forzare la mano per arrivare a una proroga e, magari, poter vedere di nuovo in sella i vecchi proprietari a giugno se la Salernitana retrocedesse risolvendo il conflitto di presenza nello stesso torneo della Lazio, vietato dalle carte federali. Di sicuro in questi mesi c’è chi ha bussato alla porta dei legali (qui l’intervista del patron del Leeds Radrizzani a Panorama), ma l’esito è stato nullo fino al conto alla rovescia innescato dal diniego di ogni altra proroga.
Come in una partita di poker, siamo arrivati al momento della verità dove i contendenti devono mettere sul tavolo le carte e svelare eventuali bluff. Tolta dal tavolo la suggestione di un nuovo via libera condizionato, la scommessa è che chi è interessato possa essere invogliato a ripresentarsi e chi deve vendere essere spinto a diverse valutazioni economiche. Del resto la Salernitana ha i conti in regola e si è imposta la linea dell’auto sostentamento, dunque potrebbe essere un buon affare. Se non accadesse, lo scenario è quello dell’esclusione che metterebbe la Serie A in una posizione di imbarazzo anche nei confronti dei broadcaster che hanno pagato una stagione da 380 partite. Non è un caso che la Lega (18 club su 20 con astensione della Salernitana e della Lazio) stia spingendo per una soluzione politica.
La via di mezzo, al momento, non esiste. Poi si vedrà. Di sicuro nella cassaforte della Figc c’è copia dell’atto notarile che vincola il trust alla vendita entro il 31 dicembre e non prevede sconti. Impossibile non tenerne conto, pena assumersi il rischio di un futuro contenzioso legale. Può essere superato? Dopo il 31 dicembre si aprirà un nuovo capitolo, sempre con tempi strettissimi perché la squadra di Colantuono è in teoria attesa il 6 gennaio dal match contro il Venezia. Che non potrà essere giocato senza che si sia scritta la parola fine a tutta la storia che vede pochi vincitori e un certo, grande, sconfitto: l’amore del popolo salernitano.