lunedì, 25 Novembre 2024
Allarme marijuana in Sardegna
«La Sardegna è divenuta, l’isola della marijuana. È ovunque. Ne sequestriamo talmente tanta che dobbiamo bruciarla nei campi perché non c’è spazio sufficiente. L’aumento del traffico è dovuto alla legge vigente che è borderline. Ossia c’è una linea molto sottile tra le coltivazioni illegali e legali che lascia spesso impuniti i coltivatori da cui parte il traffico di droga». In questa confessione di un uomo delle forze dell’ordine c’è il panorama di una situazione ormai esplosiva ; quella della proliferazione in Sardegna dei campi illegali di marijuana camuffati da coltivazione di cannabis legale. Un problema poco conosciuto ma che ha investito l’isola e arriva sulle piazze di spaccio di tutto il territorio nazionale ed internazionale.
Dell’enorme traffico di cannabis in Sardegna si ha riscontro non solo dai sequestri ma anche dal controllo delle spedizioni postali e delle persone nei porti di Genova, Livorno e Civitavecchia dove vengono intercettati chili di marijuana pronti per essere immessi sul mercato. Un quantitativo talmente elevato che le caserme di Nuoro dei carabinieri e della Guardia di Finanza avrebbero depositi e magazzini così pieni da costringere le forze dell’ordine a bruciare le migliaia di piante sequestrate.
Il mercato parte proprio da chi coltiva queste piantagioni di presunta cannabis light. Agricoltori che spesso la fanno franca perché dimostrano di aver comprato semi legali ossia con un THC (il principio attivo in grado di produrre un effetto psicotropo) inferiore allo 0,6% (il limite previsto dalla legge prima che la pianta in questione venga considerata droga e quindi illegale) e di non essere al corrente che fosse di gran lunga superiore, diventando droga da spaccio.
A questo si aggiunge anche un problema legislativo. Dalla loro parte hanno l’attuale norma di legge vigente che è molto generica e che consente un’ampia interpretazione. Infatti ai sensi dell’art. 2 della L. n. 242/2016 la coltivazione di canapa sativa non necessita il rilascio di particolari autorizzazioni di carattere amministrativo e il coltivatore è tenuto semplicemente a conservare per 12 mesi i cartellini delle sementi acquistate e le relative fatture di acquisto. È richiesto come abbiamo anticipato solo che il contenuto di THC sia inferiore allo 0,2 %, con un limite di tolleranza fissato allo 0,6%.
In questo modo centinaia di campi di marijuana camuffata da cannabis light aggirano la legge ed il gioco è fatto.
I sequestri degli ultimi mesi
L’elenco delle operazioni degli ultimi due mesi effettuati dalle forze dell’ordine contro questo fenomeno è impressionante:
– il 23 novembre sono stati trovati 76 chili di marijuana nascosta all’interno di vecchi mobili imbarcati su un camion dal porto di Olbia per il valore di un milione di euro.
– Sempre a novembre in una maxi operazione sono stati ispezionati 500 obiettivi, tra aziende agricole, ovili, capannoni e terreni con l’aiuto dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna che hanno portato alla scoperta di irregolarità nella coltivazione di canapa e detenzione illecita di armi. Il bilancio è stato di tre arresti, 17 denunce, 1.700 chili di infiorescenze di canapa, per un valore di 17 milioni di euro, sequestrate insieme a 16mila piante illegali.
– la Squadra Mobile di Cagliari, in collaborazione con quella di Nuoro, ha scoperto sempre a novembre una coltivazione di 6300 piante di marijuana in un’azienda agricola nelle campagne di Orosei. L’operazione ha portato al sequestro di una tonnellata di droga, con un valore di mercato di circa un milione e mezzo di euro.
Un’altra serie di sequestri sono avvenuti ad ottobre.
La Gdf di Nuoro ha rinvenuto un deposito in cui erano stoccati 420 kg di sostanza stupefacente illegalmente detenuta e diversi macchinari utilizzati per il taglio e la lavorazione, mentre la squadra mobile di Oristano ha sequestrato 3mila piante di cannabis e oltre 450 chili di marijuana essiccata. Ad Oristano invece sono state sequestrate altre 8.860 piante e 350 chili di marijuana già tagliata.