L’Isis annuncia il nuovo Califfo ma nessuno sa chi sia

Con un messaggio audio della durata 12 minuti e 37 secondi lo Stato islamico attraverso la Fondazione Al-Furqan l’unica titolata a farlo, ha riconosciuto la morte del califfo Abu Ibrahim al Quraishi avvenuta lo scorso 3 febbraio 2022 e quella del suo portavoce identificato solo come al-Muhājir. Allo stesso tempo la fondazione ha indicato in Abu al-Hassan al-Hâshimi al-Qurashi (nome di battaglia) il nuovo califfo dello Stato islamico mentre il nuovo portavoce designato è Abu ‘Umar al-Muhajir (lo straniero). Si tratta di due nomi di battaglia che al momento non trovano nessun riscontro e sui quali bisognerà lavorare per capire chi si celi dietro questi “nom de guerre”.

Al nuovo califfo il duro compito di ricostruire la rete dell’ISIS nel “Siraq” che è stata duramente colpita durante e dopo il blitz nel quale Abu Ibrahim al Quraishi si è suicidato prima di essere di essere catturato dagli americani e dagli alleati, mentre al nuovo portavoce toccherà riavvivare la propaganda che da qualche tempo si focalizza solo al “glorioso” passato. In ogni caso nonostante le sconfitte l’Isis continua a colpire in Siria dove qualche giorno fa i russi hanno bombardato una serie di covi jihadisti a Raqqa ex capitale siriana dello Stato islamico come ritorsione dopo che nei dintorni di Palmira che si trova nel Governatorato di Homs, l’Isis aveva ucciso in un agguato 15 soldati siriani.

Non bisogna poi dimenticare quanto accaduto al carcere di Ghweiran ad Al-Hasaka città di duecentomila abitanti che fa parte dell‘Amministrazione autonoma della Siria del Nord-Est, che venne assaltato dall’Isis lo scorso 21 gennaio 2022 ( sanguinosa battaglia durata una settimana), dal quale fuggirono centinaia di miliziani che oggi sono tornati sul campo. Altri teatri di guerra sono l’Iraq, l’Africa, il Pakistan e l’Afghanistan dove le azioni del gruppo terroristico sono quotidiane. Un teatro quello afghano-pachistano dove la situazione diventa sempre piu’ preoccupante come mostrato negli scorsi giorni nel drammatico attentato in una moschea sciita di Peshawar ( Pakistan) dove sono morte almeno 60 persone. In quest’area operano le milizie della “Provincia del Khorasan dello Stato islamico (ISKP) la branca locale dell’Isis che in Afghanistan continua a crescere grazie all’afflusso di Talebani delusi, ex appartenenti delle forze di sicurezza e dell’intelligence afghane tanto oggi l’Isis-K potrebbe contare sul almeno 5.000 effettivi. Al nuovo califfo il compito di rilanciare l’organizzazione a livello globale e i numeri purtroppo sono dalla sua parte.

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