Le bugie dell’intelligence russa per compiacere Putin ora sono un boomerang

L’invasione russa dell’Ucraina decisa dal presidente Vladimir Putin nonostante la decisa contrarietà del Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa (FSB sicurezza interna) e quella del Servizio di intelligence internazionale (SVR sicurezza esterna) mentre il Direttorato principale per l’informazione (GRU: il servizio informazioni delle Forze armate) si è schierato a favore della guerra, ha nuovamente sollevato dubbi e sospetti sulla tenuta di un sistema di potere che nonostante dall’esterno sia visto coma un monolite, da tempo è scosso da tensioni e da lotte interne.

Vero che al momento a Mosca non ci sarebbero ancora le condizioni per una rivolta tuttavia, la decisione di Putin di mettere in massima allerta il deterrente nucleare russo e le non troppo velate minacce di guerra nucleare nel caso l’Occidente intervenisse a sostegno degli ucraini, ha creato una frattura anche tra coloro che si spellano le mani ad ogni suo passaggio che oggi si sentono ingannati perché informati solo all’ultimo delle intenzioni bellicose di Putin e tra loro ci sono l’attuale Primo Ministro Mikhail Mishustin entrato in carica poco prima dell’inizio della pandemia e che è stato nominato da Putin in seguito alle dimissioni di Medvedev, e i capi delle due agenzie di intelligence Alexander Bortnikov capo del FSB e Sergey Naryshkin capo dell’SVR zittito pubblicamente da Putin durante una conferenza stampa, mentre a favore dell’invasione in Ucraina si è schierato il servizio segreto militare GRU. Di certo c’è che più i giorni passano e maggiore diventa la pressione sulla Russia che a breve dovrà anche rimborsare bond per centinaia di milioni di dollari (Putin vuole farlo in rubli) che è un fatto che potrebbe portare in caso di mancato pagamento la Russia al default. Uno scenario che potrebbe aprire le porte ad una rivolta all’interno dello Stato profondo russo dove qualcuno potrebbe assumersi la responsabilità di mettere lo Zar con le spalle al muro. Il presidente russo incapace di fare autocritica, ha già iniziato la caccia al colpevole alla ricerca del capro espiatorio per quanto riguarda le difficoltà che l’esercito russo incontra sul campo e i primi a farne le spese sono stati il colonnello-generale Serghej Beseda capo del Quinto Servizio il dipartimento di intelligence estera dell’FSB ed il suo vice, Anatolij Boljukh fermati e messi agli arresti domiciliari dagli uomini dell’FSO, il Servizio di protezione federale che garantisce tra l’altro la sicurezza personale dello stesso presidente Vladimir Putin. Le accuse contro i due alti funzionari sono molto pesanti: uso improprio di fondi stanziati per le operazioni militari e di aver dato al Cremlino informazioni false mentre si indaga su altri 20 funzionari dell’FSB che sono sospettati <>. Ma cosa fa il “Quinto Servizio” dell’FSB? Si occupa principalmente di quei Paesi un tempo membri del Patto di Varsavia che ancora oggi seppur indipendenti, sono nella sfera di influenza della Russia. Qui Mosca ha mandato suoi agenti sul campo che hanno il compito di monitorare la situazione politica, diffondere notizie false e fomentare le opposizioni con posizioni ovviamente filorusse. Il Quinto Servizio negli ultimi due anni Ucraina è stato molto attivo dato che a Kiev e nelle altre città ucraine operavano circa 200 agenti dell’FSB per i quali era stato creato il Nono Direttorato. Sono loro che hanno fornito al Cremlino i report nei quali l’Ucraina veniva descritta come una nazione in rivolta contro il presidente Volodymyr Zelenskyy e contro le proprie istituzioni di sicurezza vedi l’esercito e la polizia quindi secondo il “Nono Direttorato” l’Ucraina era pronta ad accogliere un “liberatore”. A diciassette giorni dall’inizio della guerra Vladimir Putin si è reso conto che erano tutte balle messe nero su bianco dal “Quinto Servizio”. Ma perché? Nessuno in Russia può contraddire lo Zar e a tutti i livelli basta vedere quanto sta facendo Sergej Viktorovič Lavrov Ministro degli Affari Esteri della Russia, tutti si affannano a dire e a riferire quello che gli fa piacere onde evitare di finire in Siberia o essere ucciso. Così è iniziata la guerra in Ucraina della quale nessuno vede la fine.

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