Il governo tassa gli extra profitti così taglia di 25 cent la benzina

Una tassa del 10% sugli extra profitti realizzati dalle aziende del comparto energetico, per finanziare la maggior parte degli interventi decisi durante l’ultimo Consiglio dei ministri. E dunque: riduzione temporanea delle aliquote delle accise su benzina, gasolio e Gpl, maggiori controlli contro il rialzo dei prezzi, fondi per aiutare l’autotrasporto, credito d’imposta a favore delle imprese che acquistano energia, gas naturale e la possibilità per questi ultimi di rateizzare le bollette elettriche, sono le principali misure decise del Consiglio dei ministri di oggi, che cubano circa 4,4 miliardi di euro e che confermano la linea dei precedenti interventi di durata limitata e con la non presenza di una strategia più strutturata alla base. Continua infatti a mancare una risposta europea al problema energetico, che fino a qualche settimana fa non era nemmeno in agenda nonostante la forte e costante (negli anni) dipendenza dal gas russo. “E’ necessaria una risposta immediata e concreta sulla formazione del prezzo europeo dell’elettricità”, spiega Draghi in conferenza stampa. Al momento ci sono varie proposte sul tavolo che convergeranno in un’unica iniziativa che verrà presentata al Consiglio europeo. “Non è detto che venga approvata: ci sono paesi che hanno difficoltà ad avere un meccanismo unico. Le regole europee sono state raggiunte anni fa e rispettavano uno schema di quegli anni, ma da allora è cambiato tutto. Noi andiamo avanti, vediamo che è possibile fare. Occorre una risposta europea, altrimenti faremo qualcosa di nazionale ma non sarebbe soddisfacente”. Una conferma dunque del fatto che le diverse misure nazionali rappresentano solo un palliativo in risposta alla situazione economica attuale.

Ma entriamo nel dettaglio delle misure decise nel Cdm. Il governo Draghi ha confermato la strada tracciata nei giorni scorsi da Roberto Cingolani, ministro per la Transazione ecologica, per quanto riguarda la riduzione delle accise dei carburanti.

Stando al testo del decreto la misura sarà temporanea e durerà “fino al trentesimo giorno successivo alla medesima data di pubblicazione (del decreto in Gazzetta Ufficiale)” con un taglio delle aliquote che riguarderà benzina per 633,24 euro per mille litri, oli da gas o gasolio usato come carburante per 532,24 euro per mille litri e il Gpl (usato come carburante) per 182,61 euro per mille chilogrammi. Concretamente si parla di una riduzione di 25 centesimi al litro, per un mese (da ricordare come la proposta iniziale di Cingolani prevedeva invece un taglio di 10-15 centesimi/litro). Il motivo, poi, per cui la durata della misura è solo di 30 giorni è legato all’andamento del mercato delle prossime settimane: “Vedremo, lo esamineremo e poi decideremo. Ma intanto è importante attraversare questo periodo di grande volatilità”, spiega Draghi durante la conferenza stampa. La misura, si legge dal testo del decreto, è coperta grazie al maggior gettito “riferito al periodo 1° ottobre 2021- 31 dicembre 2021, derivante dai versamenti periodici dell’imposta sul valore aggiunto, valutato in 308,17 milioni di euro”. In pratica grazie ai soldi che gli italiani hanno già tirato fuori a causa dell’aumento dei prezzi.

Sempre per aiutare le famiglie il governo, proseguendo sulla linea dei provvedimenti passati, ha lavorato sul bonus sociale, per dare maggiore confronto ai nuclei in difficoltà economica: “Aumentiamo da 4 a 5,2 milioni il numero delle famiglie protette dagli aumenti delle bollette, che pagheranno l’energia come estate scorsa. Abbiamo portato il tetto Isee da 8 a 12mila euro, includendo 1,2 milioni di famiglie in più rispetto al provvedimento precedente”, spiega Draghi.

Ma veniamo alle misure per aiutare le imprese: “L’esigenza in questo momento di difficoltà nel reperimento delle materie prime è che il nostro sistema delle imprese sopravviva bene e continui a lavorare”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco nella conferenza stampa. Per questa categoria il governo si è concentrato su due aspetti: il credito di imposta e la rateizzazione delle bollette.

Nel primo caso rientrano tutte quelle imprese che hanno un consumo di energia elettrica pari o superiore a 16,5 kW. A queste è dunque riconosciuto un credito d’imposta del 20% per andare a compensare, parzialmente, la maggiore spesa legata all’acquisto dell’energia, effettivamente utilizzata nel secondo trimestre del 2022. Agevolazione che potrà però essere ottenuta solo se il prezzo dell’energia medio del primo trimestre dell’anno ha subito un incremento del costo per kWh superiore al 30% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il credito d’imposta è cedibile dai beneficiari ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione, “fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo”, precisa il testo. Stessa logica è stata applicata alle imprese, diverse da quelle a forte consumo, che acquistano gas naturale. Spazio è stato dato anche alle imprese energivore, come nei passati decreti, e alle imprese a forte consumo di gas naturale. A queste è concesso un credito di imposta che è cedibile ad altri soggetti.

La seconda parte degli interventi riguarda invece la possibilità di rateizzare le bollette. E dunque, al fine di contenere gli effetti economici negativi derivanti dall’aumento dei prezzi delle forniture energetiche, le imprese con sede in Italia, clienti finali di energia elettrica e di gas naturale, possono richiedere ai relativi fornitori con sede in Italia, la rateizzazione degli importi dovuti per i consumi energetici: si “potranno rateizzare fino a 24 mesi le bollette”, spiega in una nota Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, e capo delegazione di Forza Italia al governo.

Novità poi di questo decreto è l’introduzione di sanzioni che vanno da 500 e 5 mila euro per tutte quelle imprese che non danno riscontro, entro 10 giorni, alla richiesta di chiarimento di aumento di prezzi fatta dal Garante per la sorveglianza dei prezzi (mister prezzi svolge la funzione di controllo e verifica per arginare i fenomeni speculativi). La misura, si legge nel testo della bozza, prevede inoltre che, per le attività istruttorie, di analisi, valutazione e di elaborazione dei dati, nonché di supporto al Garante per la sorveglianza dei prezzi è istituita, presso il Ministero dello sviluppo economico, un’apposita “unità di missione”. Inoltre è richiesto che i titolari di contratti di approvvigionamento “di volumi di gas per il mercato italiano sono tenuti a trasmettere, la prima volta entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, all’ Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) i medesimi contratti ed i nuovi contratti che verranno sottoscritti nonché le modifiche degli stessi sempre entro il termine di 15 giorni”, specifica il testo. Misura che riprende le dichiarazioni fatte da Cingolani qualche giorno fa quando ha definito l’aumento dei prezzi dei carburanti ingiustificato, anche perché, secondo il ministro, non c’è una reale motivazione tecnica per questi rialzi.Leggi su panorama.it