giovedì, 28 Novembre 2024
Il missile ipersonico russo potrebbe essere un bluff
Qualcosa che non torna in quanto diffuso dal Ministero della Difesa russo a proposito dei video che mostra l’esplosione di alcuni bersagli colpiti da un missile balistico ipersonico Kinzhal (pugnale). L’arma, che verrebbe lanciata da un velivolo MiG-31 appositamente modificato, colpirebbe un edificio che però pare incompleto, e quindi un deposito dichiarato da Mosca “missilistico” situato a circa 500 km a sud-ovest di Kiev. Per comprendere i dubbi bisogna però prima spiegare che cosa sia un missile come questo. Sebbene Putin ritenga tale armamento il fiore all’occhiello della tecnologia russa, in grado di volare alla velocità di dieci volte quella del suono, di manovrare per poter evitare le barriere di difesa tradizionali, e di colpire trasportando testate convenzionali oppure nucleari, il missile Kh-47-M2 Kinzhal è stato presentato nel 2018 e da allora chi segue il settore difesa ha potuto essere informato dei progressi fatti dai russi nello sviluppo. Progressi che non sono stati affatto rapidi. Osservandolo è emerso che si trattava di un missile balistico di tipo Iskander-M modificato per poter essere lanciato da un aeroplano. Non un aereo qualsiasi, bensì il vecchio MiG-31, non più competitivo per la supremazia aerea ma abbastanza veloce e in grado di trasportarlo e raggiungere l’alta quota necessaria per sganciarlo, in modo da porre il Kinzhal in una posizione di vantaggio rispetto allo stesso missile lanciato da terra, quindi consentendo anche di guidarlo per modificare la sua traiettoria al di fuori di una tradizionale parabola balistica. Ovviamente qualora lanciato da terra il missile dovrebbe spendere parte del carburante e della sua energia per salire in quota e accelerare, mentre se lanciato da un’altitudine notevole già ad alta velocità può usare tutta la forza del suo motore per abbattersi sul bersaglio. Ma di questi aeroplani modificati in lanciatori Mosca pare averne realizzati meno di una ventina, dunque in caso di allargamento del conflitto sarebbero una preda ricercata. Anche perché è noto che decollino dalla base di Kaliningrad.
Watch: Moment Russia fires hypersonic missile at ammunition depot in Ukraine youtu.be
Russian MiG-31 firing hypersonic missile Kh-47М2 «Dagger» (Кинжал) youtu.be
Le stime di velocità e di portata per il missile variano notevolmente, ma generalmente vedono una velocità tra Mach 5 e 12, fino a circa 2.100 km di gittata. Ebbene: secondo la Russia l’obiettivo dichiarato era un deposito di missili sotterraneo a Delyatyn, nella regione Ivano-Frankivsk. E in effetti un controllo delle mappe mostra che la base, situata sul lato nord dei Carpazi, vicino ai confini ucraini con Romania e Ungheria, ha un’architettura adatta a quella di un deposito di missili o munizioni, con bunker interrati costruiti lontano dalle aree civili edificate. Ma l’edifico che i russi hanno mostrato nel video essere colpito pare un centro logistico senza particolari difese. L’esplosione mostrata in televisione poi è unica, senza i vasti incendi secondari dovuti al carburante o agli armamenti depositati che prendono fuoco. Dunque possiamo anche credere ai russi, ma meno al loro video. In pratica l’edificio potrebbe essere anche un allevamento come un sito industriale. Di vero c’è che a poter tracciare la navigazione di un missile ipersonico sono soltanto gli Usa (che lo fanno via satellite), e questi hanno confermato l’uso di armi di questo tipo ma altrove, e se ne guardano bene dal diffondere prove sulla loro reale capacità di osservazione. Secondo Washington i Kinzhal sarebbero stati usati invece un’area rurale nell’estremo oriente dell’Ucraina il 12 marzo, una settimana prima che il video del missile ipersonico fosse diffuso.
Ecco, allora, alcune considerazioni: le forze russe hanno evidentemente ancora paura delle difese aeree ucraine che si sono rivelate efficaci contro l’aviazione russa e hanno avuto un certo successo anche contro i missili da crociera. Dunque perché usare armi così costose e sperimentali per distruggere qualcosa che avrebbero potuto neutralizzare con armi missilistiche convenzionali come lo Iskander-M? Non soltanto: se l’uso dei missili viene scelto per non mettere in pericolo gli equipaggi esponendoli alle difese aeree ucraine, come ha fatto un piccolo e lento drone tipo Orlan-10 (che vola a 150km/h a una distanza massima di circa 300 km da chi lo controlla), a sopravvivere abbastanza per filmare il bersaglio che poi è stato attribuito al missile ipersonico? La risposta in questo caso potrebbe essere che il video non è stato girato lo stesso giorno oppure che la stazione di lancio, comando e controllo del drone, fosse nella Bielorussia meridionale o nella regione separatista filo-russa moldava di Pridniestrov. Continuando a prendere per vero l’attacco, il messaggio inviato alla Nato con questa azione varrebbe comunque il prezzo della perdita del drone e del confezionamento di un video fasullo. Del resto il Cremlino sfrutta il conflitto per mostrare le sue capacità più avanzate e le innovazioni nelle armi ai clienti che, in tempo di sanzioni, non può più rischiare di perdere. Cina in testa. Ma allora: perché non usare subito i missili e perdere decine tra aeroplani, elicotteri ed equipaggi? Quello di Mosca potrebbe essere un bluff ipersonico.