Arriva il Grande Fratello dell’Agenzia delle Entrate

Sempre più dati nelle mani dell’Agenzia delle entrate. L’Amministrazione fiscale potrà infatti ottenere tutte le informazioni presenti all’interno della fattura elettronica, potenziare l’analisi del rischio e l’uso delle tecnologie digitali, grazie al nuovo testo di compromesso prodotto dal governo sulla delega fiscale, che questa settimana dovrà essere approvato in commissione Finanze alla Camera. Nel testo si legge infatti come l’Agenzia delle entrate potrà ottenere il “pieno utilizzo dei dati resi disponibili dalla fattura elettronica e dalla trasmissione telematica dei corrispettivi, nonché alla piena realizzazione dell’interoperatività delle banche dati, ferma restando la salvaguardia dei dati personali ai sensi del regolamento Ue 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio”. Questa novità introdotta dal governo stralcia dunque tutti gli sforzi fatti dal Garante della privacy, che negli anni scorsi, ha impedito all’Agenzia delle entrate di mettere le mani sulle informazioni non fiscali contenute all’interno della fattura elettronica. In questo modo i funzionari del fisco avranno potenzialmente accesso anche ai dati sensibili dei contribuenti che nulla hanno a che fare con le tasse. Decisione pericolosa, quella del governo, se poi si pensa che l’Amministrazione fiscale potrà usare anche tutte le informazioni che affluiscono nel sistema informativo dell’anagrafe tributaria oltre che potenziare “l’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale” per combattere l’evasione e l’elusione, precisa il testo. In pratica l’Agenzia delle entrate potrà avere accesso a tutti i dati necessari per creare un identikit a 360° di ogni italiano, contenente elementi fiscali e abitudini di vita. E in più, grazie alla tecnologia potrà anche stimare un futuro profilo economico e di movimentazione dei contribuenti.

Nel documento conclusivo di sintesi consegnato ieri dal governo ai vari partiti della maggioranza modifiche sono anche state inserite anche sul sistema sul sistema duale. E dunque a regime ci dovrà essere la stessa aliquota di tassazione per i redditi che derivano dall’impiego del capitale, anche nel mercato immobiliare. In via transitoria sono invece previste due aliquote proporzionali. Viene inoltre introdotto uno scivolo per chi esce dalla flat tax, superando i 65.000. In questo modo, non si rientrerà automaticamente all’interno della tassazione ordinaria Irpef, ma per due anni si potrà scegliere di usufruire di un’imposta opzionale. Si devono ancora decidere l’aliquota fiscale da applicare nello scivolo e il tetto da non superare per rientrare in questa agevolazione. Per i lavoratori autonomi è inoltre anche prevista la rateizzazione degli acconti fiscali. Si va dunque verso “una più equa distribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche attraverso un meccanismo di progressiva mensilizzazione degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto, senza maggiori oneri per le finanze pubbliche”, si legge dal testo.

Passi avanti anche sull’Irap, dato che il Governo è delegato ad attuare con i successivi decreti legislativi un graduale superamento dell’imposta regionale sulle attività produttive, con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti. Novità sono state introdotte anche per l’addizionale regionale all’Irpef, che dovrà essere sostituita da una sovraimposta sull’Irpef la cui aliquota di base potrà essere aumentata o diminuita dalle regioni entro dei limiti prefissati, determinati in modo da garantire a queste, nel loro complesso, lo stesso incremento di gettito ora ottenuto dall’applicazione del livello massimo dell’addizionale Irpef.

Spazio inoltre è stato dato anche alla tassazione verde. Si parla infatti di adeguare le strutture e le aliquote della tassazione indiretta in coerenza con l’European green deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa “in modo tale da tener conto dell’impatto ambientale dei diversi prodotti nonché con l’obiettivo di contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti, alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili e alla promozione di uno sviluppo sostenibile”, prosegue il documento di compromesso.

E infine viene sottolineato (con riferimento al tema del catasto) che non ci dovranno essere incrementi della pressione tributaria rispetto a quella derivante dall’applicazione della legislazione vigente.

Leggi su panorama.it