venerdì, 15 Novembre 2024
La passione per le fosse comuni dell’Unità Russa 51460 che avrebbe colpito a Bucha
Stanno suscitando orrore in tutto il mondo le immagini e i video che arrivano dall’Ucraina, in particolare i reportage che provengono da Bucha città che si trova nel distretto di Kiev. Qui i soldati russi e quelli ceceni si sarebbero resi responsabili della morte di centinaia di civili. Le strade sono piene di cadaveri, molti di loro hanno i polsi legati, tutte vittime di esecuzioni sommarie e secondo il sindaco della città Anatoly Fedoruk che ha parlato delle fosse comuni «con almeno 280 corpi», ci sarebbero al loro interno «uomini e donne e abbiamo trovato anche un ragazzo di 14 anni».
Le immagini dei corpi delle donne prima stuprate e poi martoriate dai carri armati, quelle dei bambini e degli anziani abbandonati davanti alle case, sui sagrati delle chiese o gettati nei tombini e quelli buttati nella fossa comune lunga 13 metri scavata nel giardino della chiesa di Bucha, che è stata ripresa dai satelliti della Maxar Technologies, lasciano senza fiato.
C’è da chiedersi come sia possibile che nemmeno davanti al male assoluto ci sia ancora qualcuno che si diverte con degli innocenti, violentati, ammazzati, bruciati e poi gettati in una fossa comune. Secondo Franco Posa, medico e criminologo, esperto in Neuroscienze Forensi e Direttore scientifico di NeuroIntelligence APS «Aderire ad una ideologia estrema durante un periodo di guerra significa purtroppo che, in alcuni casi vi è un distacco assoluto tra sofferenza dell’altro e proprie convinzioni che sono radicate ed estreme. Aspetti umani vengono completamente sostituiti dalla convinzione ideologica, dagli obbiettivi militari che valgono più di ogni altra cosa. Si annulla l’empatia in ogni sua forme e prende vita il rapporto tra pensiero ideologico e nemico che si trasforma in «oggetto» privo di ogni valore. Cresce un narcisismo maligno capace di annullare l’altro, il nemico anche se civile e persino se disarmato. Comportamento incredibile purtroppo già vissuto in altri periodi bellici. Le immagini che ci devastano per la loro crudeltà alimentano un distacco patologico freddo ed incredibile del soggetto che ha appreso come indiscutibile la sua verità». Ma chi si sarebbe macchiato di questi crimini di guerra?
Secondo gli attivisti di «InformNapalm» sarebbero stati gli uomini dell’unità 51460 partita da Knyaze-Volkonskoye, nel territorio di Khabarovsk, nell’estrema Russia orientale, che fa parte della 64ma brigata di fucilieri motorizzati comandata dal tenente colonnello Omurbekov Azatbek Asanbekovich. Di loro «InformNapalm» ha pubblicato un dossier di 87 pagine dove si trovano i nomi e i cognomi, il grado militare, la data di nascita e gli estremi del passaporto degli oltre 1.600 soldati russi che vengono ritenuti responsabili della strage di Bucha. Alcuni di loro si vedono nelle foto pubblicate in queste ore sul web che mostrano dei ragazzi con gli occhi a mandorla, che si fanno dei selfie.
Del 40enne tenente colonello Omurbekov Azatbek Asanbekovich sono state pubblicate l’e-mail, il numero di telefono (al quale da ieri non risponde), e anche la fotografia che mostra un uomo appartenente ai buriati la più grande minoranza etnica di origine mongola che vive in prevalenza nella Repubblica di Buriazia, situata nella regione centro-meridionale della Siberia, lungo la costa orientale del lago Bajkal. Nelle fotografie alcuni soldati del battaglione 51460 mostrano anche una bandiera dell’immensa repubblica di Sacha o Jacuzia (Siberia Orientale) che si estende su piu’ di tre milioni di chilometri quadrati. Le fotografie e i dati dei soldati che sono state rilanciate anche dagli attivisti di Anonymous, provengono quasi certamente dalla lista (non completa) dei 120 mila soldati presenti in Ucraina che era stata pubblicata lo scorso 1° marzo dalla Pravda di Kiev, nella quale si leggeva che a nordovest della capitale ucraina erano impiegati proprio i soldati battaglione 51460 al pari dei carristi della 36esima armata del distretto dell’Estremo Oriente russo ed una parte del 331esimo Reggimento dei paracadustisti della 98esima divisione aerotrasportata. Nella zona di Bucha hanno operato anche i ceceni arrivati in Ucraina per dar man forte ai russi e tra loro ci sono due comandanti conosciuti per la loro ferocia; si tratta di Hussein Mezhidov, comandante del battaglione Sud della Rosgvardia cecena e il suo collega Anzor Bisaev. I due più volte ripresi nella zona di Kuev erano stati filmati lo scorso 23 marzo 2022 in un video pubblicato sul canale Telegram «Kadyrov95» che appartiene al presidente ceceno Razman Kadyrov, nel quale si vedono Mezhidov, Bisaev, Magomed Tushaev e il capo delle operazioni in Ucraina Sharip Delimkhanov. Intanto mentre scriviamo è arrivata la notizia della morte del tenente colonnello russo Georgy Petrunin, 48 anni, veterano delle guerre in Cecenia e Siria comandante della polizia militare di Samara.