Nuova inchiesta (e guai) per Alberto Genovese

Una nuova inchiesta della procura di Milano travolge Alberto Genovese, l’imprenditore già accusato di violenza sessuale durante una festa del settembre 2020, noto per essere stato il creatore del portale Facile.it. Questa volta a finire alla sbarra è la rete di spacciatori, quella che secondo gli inquirenti riforniva con frequenza di sostanze stupefacenti il ricco manager milanese che arrivava a consumare fino a 4 grammi di cocaina al giorno. Lo si legge tra le pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che giovedì 12 maggio ha portato all’arresto di 31 persone, indagate per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga.

Molti di loro sono legati al cartello dei narcos sudamericani o a esponenti di spicco della criminalità organizzata. L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano (sostituta procuratrice Silvia Bonardi), ha interessato varie regioni italiane ma anche paesi stranieri, come Olanda, Spagna e Lituania. Al centro di tutto, ai vertici dell’organizzazione criminale, c’era Andrea Deiana, broker internazionale della droga, che usava sulle chat criptate il nickname Banksy: gli è stata sequestrata la galleria d’arte moderna di Amsterdam “Art3035 Gallery. Deiana era «in grado di organizzare forniture per centinaia di chili», ma allo stesso tempo era uin «mercante d’arte specializzato nelle opere dell’artista contemporaneo probabilmente più famoso, ovvero Banksy. Tramite la galleria veniva riciclati sin dal 2018 i proventi del narcotraffico. Emblematica una delle intercettazioni in mano agli inquirenti. A parlare è Deiana, nel settembre del 2020. E’ al telefono con un altro indagato. «Ho ordinato un quadro 500 mila euro euro ne vale un milione e due. Poi quando vengo ti spiego dei quadri e ti faccio fare anche a te investimento. Si guadagna e ti puliscono i soldi ti faccio fare qualche operazione con me. Si puliscono soldi senza pagare spese anzi guadagnando».

Tra gli indagati c’è appunto «il consumatore» Genovese, già arrestato nel 2020 e ora a processo per le violenze sessuali su due modelle. L’ex fondatore di start-up è accusato di aver acquistato nel novembre 2019 ben 100 grammi “di sostanza stupefacente del tipo ketamina o cocaina” da “ritenersi destinata alla successiva vendita o cessione”, che gli sarebbe stata consegnata in piazza Santa Maria Beltrade a Milano, l’indirizzo del suo attico “Terrazza Sentimento“, teatro dei party a base di droga. Come riporta il gip Carlo Ottone De Marchi in un passaggio dell’ordinanza, «è significativo» che Genovese “sia successivamente balzato agli onori delle cronache perché raggiunto da ordinanza cautelare con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una ragazza mediante uso di cocaina rosa e ketamina nel corso di una festa organizzata proprio presso la propria abitazione di piazza Beltrade 1″, dove sono state rinvenute quelle due qualità di stupefacenti». Le forze dell’ordine hanno ricostruito nei minimi dettagli la consegna della droga a Genovese. E hanno soprattutto capito il modus operandi del pusher, che teneva nascosta la droga in una cantina dove la prelevava per poi consegnarla ai vari clienti. A portare gli stupefacenti a Genovese è stato Gennaro Falzarano, classe 1965, di Milano, il cavallino della droga, perché i suoi «capi» sono Nestor e Milly rispettivamente Manuel Zucca e Angelo Di Monte. Il soprannome Nestor è un tributo ad un rivoluzionario anarchico ucraino Machno Nestor Ivanovic, come Zucca non particolarmente alto: solo 159 cm.

«Il 12 novembre 2019 alle 8,32 Falzarano a bordo della Lancia Musa parte dalla propria abitazione di Merlino, raggiunge il box di via Cassinari a Milano dove, secondo il consueto modus operandi preleva un quantitativo di stupefacente destinato alla cessione». Si legge nell’ordinanza. «Subito dopo, tuttavia, fa ritorno presso la propria abitazione, probabilmente a causa di un ritardo del cliente e alle 10.53 riparte dalla propria abitazione per raggiungere P.zza Beltrade 1 a Milano». Si capisce in modo chiaro dai commenti, annotano le forze dell’ordine che lo pedinano, che «Falzarano fa a voce alta durante il tragitto in concomitanza della ricezione di messaggi che riceve ordini da Nestor». Quindi in Piazza Beltrade avviene la consegna a Genovese.

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