domenica, 24 Novembre 2024
I pm di Bergamo chiedono 6 anni e 8 mesi per Bazoli nel processo su Ubi Banca
A tre settimane dalla fusione tra Ubi Banca con Intesasanpaolo da Bergamo arriva quella che sembra davvero essere una macchia enorme e forse indelebile su questa vicenda e sul sistema bancario nazionale.Il Pm di Bergamo, Paolo Mandurino, ha infatti chiesto di condannare a 6 anni ed 8 mesi l’ex Presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, per i reati di ostacolo all’autorità di vigilanza e illecita influenza in assemblea. Non solo.
La Procura ha chiesto anche la condanna a 5 anni di reclusione, per gli stessi reati, all’ex consigliere delegato di Ubi, Victor Massiah, 5 anni e 10 mesi per l’ex presidente del consiglio di gestione, Emilio Zanetti, e per Andrea Moltrasio, ex presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi banca. Richieste che arrivano al termine di un processo cominciato due anni fa e legato a fatti avvenuti nel 2013.
All’epoca Bazoli era presidente di Intesa Sanpaolo e da più di un anno aveva lasciato la sua poltrona di consigliere di Ubi banca ma secondo la Procura avrebbe continuato a condizionare l’assemblea ed il potere all’interno dell’istituto di credito. Nell’informativa del 2015 della Guardia di Finanza depositata in procura a Bergamo si parlava di «Una “associazione per delinquere” composta da persone dalla “spregiudicata indole delinquenziale finalizzata alla commissione di più delitti” che agiscono “anche con un discreto margine di autonomia tuttavia sempre subordinato all’approvazione dei promotori e leader: Giovanni Bazoli ed Emilio Zanetti».
In pratica Bazoli avrebbe continuato a controllare la banca dall’esterno, cercando di mediare tra la parte bresciana a quella bergamasca, da sempre le due anime di Ubi Banca. In pratica stando alla Procura Bazoli avrebbe influenzato illecitamente le decisioni della famosa assemblea 2013 che determinò la governance dell’istituto bancario, gestendone le nomine. Secondo la Procura di Bergamo, quel risultato sarebbe stato condizionato da numerosi comportamenti scorretti come la raccolta di deleghe in bianco o con firme falsificate, che hanno fatto scattare la nuova contestazione di illecita influenza sull’assemblea.La Procura ha invece chiesto l’assoluzione «per non aver commesso il fatto» per la figlia di Bazoli, Francesca, accusata di ostacolo all’autorità di vigilanza. bacoli ha sempre dichiarato «di aver sempre agito correttamente»