domenica, 24 Novembre 2024
«Il caffè illy si prepara con il solo vapore»
Il poeta Thomas Stearns Eliot una volta disse: «Ho misurato la mia vita a cucchiaini di caffè». Un piacere di cui gli italiani, ma non solo, sembrano non poter fare a meno. Secondo un’indagine il 96,6% degli abitanti del Belpaese consumano, almeno saltuariamente caffè, ma c’è anche chi ne beve due o tre al giorno (38,2%) o persino quattro (38,3%). Illycaffè, azienda leader nel settore, ha chiuso il 2020 con un netto utile pari a 5 milioni, specialmente grazie alle crescite dei supermercati (+30%) e dell’e-commerce (+39%).
Il modo di consumarlo è insomma cambiato, ma il caffè è e resta uno dei prodotti più amati in Italia. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di illycaffè. La sua azienda è stata recentemente insignita della certificazione B Corp, che identifica le imprese che operano secondo i più alti standard di performance sociale e ambientale. È la prima in Italia.
Come avete ottenuto la certificazione B Corp?
«L’etica e la sostenibilità sono parte del dna di illycaffè dalla sua creazione, ma è senza dubbio una grande soddisfazione ricevere questo tipo di certificazione. Per noi si tratta di un traguardo ma anche di un punto di partenza. Essere un’azienda B Corp significa impegnarsi attivamente per rigenerare la società e l’ambiente. È un impegno per il futuro che diventa parte degli obiettivi societari e finisce nel rendiconto ufficiale ogni anno. La certificazione B Corp va infatti ripetuta ogni tre anni».
Quali progetti avete già in cantiere in tema di sostenibilità?
«È mia convinzione che tra dieci anni non esisteranno più aziende non sostenibili, perché non avranno clientela. Nessuno vorrà acquistare da un marchio che non rispetta l’ambiente e non è trasparente sulle sue politiche interne. I nostri progetti si snodano su tante aree diverse. Solo lo scorso anno, ad esempio, abbiamo risparmiato 175 tonnellate di plastica utilizzando bicchieri, tovaglioli e altri utensili compostabili. Un altro esempio riferito al settore produttivo, nei nostri centri di tostatura il calore prodotto viene riutilizzato per riscaldare o raffreddare la fabbrica. E ancora, in uno dei nostri poli è presente un’installazione a pannelli solari che è la più grande della regione».
Quali sono le iniziative destinate a chi lavora per illycaffè?
«Uno dei progetti che ci tengo a menzionare è la costruzione di centri ricreativi e asili a ridosso delle nostre piantagioni. Spesso chi lavora per noi non ha un posto sicuro dove lasciare i figli. Troppo spesso capita che questi vengano portati al lavoro e finiscano per lavorare loro stessi. Illycaffè è contraria a ogni tipo di “child labor” e per questo costruiamo luoghi dove i più piccoli possono giocare e studiare, mentre i genitori sono al lavoro».
E arriviamo al cliente. Quali sono le ultime novità?
«Abbiamo prodotto una macchina Ese con cialde compostabili in carta. Inoltre, il nostro ultimo macchinario utilizza un nuovo metodo per fare il caffè. Sfrutta infatti il vapore, così che la bevanda possa essere subito erogata senza attese. Non solo, in questo modo si riduce dell’80% il consumo di energia».
Cosa pensa del progetto di transizione del governo Draghi?
«Sono ottimista. Roberto Cingolani (ministro per la transizione ecologica) ha lavorato con noi per molti anni e so bene come opera. Il comportamento sostenibile deve essere un argomento normale, dovrebbe essere naturale comportarsi in questo modo. Per troppi la sostenibilità è ancora vista come un costo, per noi è un investimento».
In quest’ultimo anno le abitudini degli italiani sono cambiate. Come avete vissuto il 2020?
«Per illycaffè il 2020 si è chiuso in maniera positiva. Siamo cresciuti in percentuale più della media del mercato e della categoria. Penso che la nostra politica “consumer driven” ci abbia premiato. Crediamo fermamente che oggi il consumatore debba essere messo al centro. Chi acquista deve avere la massima libertà di comprare ovunque, quando e come vuole. Sono felice che nell’ultimo anno, molte più realtà abbiano abbracciato la digitalizzazione che per me è anche uno strumento di democratizzazione. Il 50% delle persone che ha acquistato illycaffè online nell’ultimo anno, non aveva mai provato i nostri prodotti».
Come si evolverà la situazione nei prossimi mesi?
«Nel 2020 abbiamo visto una crescita dei consumi a casa per ovvi motivi, ma prevedo che nel medio periodo ci sarà una reazione proporzionale».
Lo scorso febbraio avete chiuso un accordo con la società di private equity Rhône Capital. Quali sono i progetti internazionali di illycaffè?
«Gli Stati Uniti sono il nostro secondo mercato più importante e con questo accordo vogliamo dare una nuova spinta. Non potevamo non cogliere questo enorme potenziale, soprattutto sulla scia del successo in Cina dove grazie alle riaperture stiamo registrando tassi di crescita importanti a livelli pre Covid».