sabato, 16 Novembre 2024
Poesia, eleganza e stile da Etro, Fendi e Prada
Prada Choices si intitola la collezione menswear presentata a Milano Moda Uomo, una anticipazione della prossima primavera estate 2023, che rafforza il concetto e la scelta della Maison da sempre propostasi quale attore autorevole che va dritto per la propria strada nel dare forma a un’idea e a uno stile sul costume attuale.
Il bello e il discutibile sono deliberatamente mischiati, in un gioco costante fra passato, presente e futuro, nel quale il codice borghese viene spesso scomposto e ricostituito.
Perché occorre essere attori del cambiamento, cita il pensiero di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli sul riassunto corporate del brand che negli anni ha avvicinato a loro i migliori talenti, le eccellenze e le avanguardie di molti settori, non solo della moda, ma anche dal cinema, dall’arte, dalla fotografia e dalle ammirevoli espressioni della comunicazione e della cultura in senso ampio.
Concettuale e intellettuale spesso viene acclamata la moda Prada, perché porta messaggi e codici attraverso l’insieme delle strutture e dei look che corrispondono a immagini che trascendono l’abito o l’accessorio stesso.
Miuccia Prada e Raf Simons
Queste scelte, Prada Choices, in collezione, sono oggi stilisticamente in collaborazione, fra la regina della moda Miuccia Prada, sempre originale nel pensiero e anche coerentemente ostinata nel suo dna di eleganza specifica, e la rigorosa e riconoscibile signature di Raf Simons attratta dalle sottoculture urbane giovanili.
Questo duplice laboratorio creativo che nasce dalla fusione e dalla convivenza di due idee divergenti richiede appunto scelte e decisioni.
«La pratica del design – della moda – è fatta di decisioni, creatività e cura, e gli strumenti scelti per mostrarli in questa collezione sono diretti, riconoscibili e archetipici. Il classico maschile e i suoi indumenti noti vengono reinventati grazie al contesto e alla complessità di pensiero che sta dietro i loro risultati apparentemente semplici, un processo di affinamento per svelare i fondamenti del vestire. La collezione è si incentrata sul concetto della semplicità perché rappresenta una delle idee di moda e di tendenze che ci interessano. L’intento era disegnare abiti che la gente potesse indossare davvero, ma che avessero un impatto. Per noi la moda è questo» spiega Miuccia Prada.
«Siamo attratti dai pezzi del guardaroba tradizionale però riuniti in abbinamenti insoliti, perché i singoli capi classici di per sé possono avere un impatto diverso quando si crea un’identità diversa. Le silhouette si fanno aderenti al corpo, le proporzioni sono accorciate, evocando giovinezza, energia e vitalità. Gli abiti lineari e leggeri permettono al corpo di muoversi liberamente, consapevole della propria forma e dinamicità, con una libertà innata» sottolinea Raf Simons.
Il loro slogan fashion così compiuto, chiaro e riconoscibile, diventa comprensibile e si ricorda perfettamente. La razionalizzazione e la semplificazione di ciò che è complesso è Prada quando diventa una questione di stile e di un linguaggio che nelle sue combinazioni e nel suo contesto propone l’attivazione di una certa sensibilità e delle sue emozioni specifiche.
Attivate negli ospiti già quando viene recapitato l’invito a casa, una maxi camicia fatta di carta a tinte beige o a quadretti bianchi e rossi, che riprende il setting all’interno della sfilata, una rappresentazione di un mock-up di una casa, ingrandito a dismisura e realizzato interamente in formato cartaceo.
Vicini al festeggiamento del trentesimo anniversario del marchio meneghino, il 2023 segna già le collezioni in essere. Con un parterre di invitati vip allo show che ospita gli attori Jake Gyllenhaal e Jeff Goldblum, gli artisti Michael Elmgreen e Theaster Gates, e ancora attori, Damson Idris, Louis Partridge e Rami Malek, il fotografo Tyler Mitchell, l’attore italiano appena premiato Filippo Scotti, tra gli altri.
Sfilano una serie di abiti sartoriali in versione total black, composti da giacche mono e doppio petto e pantaloni dritti, i capi di pelle con una moltiplicazione di shorts tematici portati con il leitmotiv delle calzature, gli stivaletti in stile cowboy dalla punta all’insù, tute in denim, soprabiti beige e a quadretti indossati spesso sotto un ampio trench nero, camicie ampie senza colletto alternate a pull aderenti con grafiche di colore, le stesse riproposte sulle sneakers high tech.
Savoir-faire artigianale, lusso e design innovativo, capisaldi che spingono la Maison Fendi a rievocare il suo fortissimo heritage manifatturiero e storico per rielaborare nuove proposte di eleganza maschile, frutto di tradizione mescolata alla sperimentazione.
Dopo gli anni gloriosi insieme alla direzione creativa di Karl Lagerfeld, Silvia Venturini Fendi approccia lo stile uomo attuale osservando quella voglia di semplicità chic e un po’ più informale e casuale che richiede il vestire quotidiano, versatile per le occasioni business così come quelle del tempo libero.
Upside Down and Inside Out, come si associa al design delle doppie F di Fendi invertite, è il titolo che precede l’uscita dei capi in pedana che insieme esprimono un senso di liberazione dagli schemi sartoriali e si accostano e mescolano in modo facile, grazie al design univoco lineare e dritto, alla palette raffinata in cui prevalgono i toni naturali e terrosi, il bianco e gli immancabili nero e blu.
Le lavorazioni dei pellami stanno in primo piano, insieme alle tele denim reversibili e ai filati che incrociano materiali tecno industriali.
I cari temi del workwear e della street culture rivisitano la camicia da uomo, un capo simbolo che oggi può sostituire anche per i giovanissimi la t-shirt o stare da sola senza la giacca, portata su pantaloni morbidi e ampi.
Senza tralasciare i diktat di stagione, a decoro, come frange, perline, tessuti spugnosi, stampe bucoliche e animalier, oppure effetti psichedelici.
Questa profonda curiosità di esplorazione illimitata dello stile, tra nostalgia e innovazione, è al centro dell’universo dell’uomo Fendi che parte dalla normalità del classico guardaroba maschile usato quale fonte d’ispirazione da analizzare, decostruire ed elevare, attraverso il rinnovamento e l’artigianalità.
Capi che si possano adattare per girare il mondo, verso destinazioni vicine e lontane, portandosi con sé anche gli accessori, dalle molteplici borse – baguette, shopper, secchielli e borsoni da viaggio – alle slip on e i mocassini frangiati, la nuova sneaker da skater, i cappelli da pescatore, visiere e cloche, gli estivi bijoux con braccialetti dell’amicizia, pendenti in corda, catene in oro e anelli con sigillo.
Fra gli ospiti vip, «Friends of the House» riunisce alcune celebrities che raccontano il loro punto di vista sulla collezione, tra questi l’attore Noah Schnapp, star della serie Stranger Things, l’attore venezuelano Edgar Ramìrez, nominato ai Golden Globe e vincitore dei César Award, Zico, celebre produttore, cantante e brand ambassador sudcoreano, l’attore brasiliano André Lamoglia, protagonista della serie Elite e due influencer americani, Cameron Dallas e Blake Gray, tutti super seguiti sui Social Media.
Nel dna di Etro, il tessuto e le stampe sono i protagonisti della costante ricerca di una raffinata eleganza citata al maschile con Kean Etro e al femminile da Veronica Etro.
Questa collezione, rappresentata negli spazi del nuovo Campus Bocconi, annunciata con un invito poetico e versi inviati nell’etere ad personam e recitati al telefono, inneggia alla poesia del corpo e dell’abito maschile, alleggerito nei pesi impalpabili e reso romantico da trasparenze esotiche e sensuali.
Un rito celebrativo di passaggio, mistico e onirico, che suggella il saluto di Kean Etro al suo pubblico che vedrà all’opera un nuovo direttore creativo, Marco de Vincenzo, pur conservando voce e testimonianza all’interno del processo imprenditoriale del marchio di famiglia.
Lo stile poetico di riduzione e alleggerimento e allo stesso tempo di ricerca della parola perfetta per la vibrazione più nobile e alta è il medesimo dello scomporre e ricomporre l’abito sul corpo maschile, stagione dopo stagione, specialmente per un sognatore e inguaribile utopista come Kean Etro.
Il guardaroba è eclettico, fluido, sinuoso, ispirato dall’arte e dal viaggio e da un allure di sexytudine liberatoria ma elegante, che solo l’artigianalità italiana sa evocare.
Il corpo maschile si percepisce dietro le lavorazioni a rete, attraverso le perforature del pizzo sangallo su maglie e camicie, dietro le trasparenze dei caftani, attraverso la freschezza dei lini o il fluire di rasi stropicciati nei completi sartoriali, nella esotica giacca chiusa con una cintura obi, sui pullover languidi, gli short da boxeur, nel beachwear che veste la camicia con i costumi da bagno.
Le scarpe portano suole di corda e i sandali suggellano l’idea di libertà e leggerezza. Altrimenti si va scalzi, per riconnettersi alla terra, musa ispiratrice delle nuance delicate e ricercate, luminose ma sature, delle stampe fiorate e del paisley, appena accennato, in questo erotismo romantico che sa di poesia.
La poesia, che è per Kean Etro uno stile di vita, ha una sua potenza selvaggia e primordiale che scaturisce da e attraverso ogni parola, carica al massimo della propria vibrazione etimologica e archetipica.
Come quella pervenutaci nell’invito personalizzato e recitato, firmato dalla penna di Juan Rodolfo Wilcock, argentino da padre inglese e madre di origine italiana e svizzera, critico letterario della Prensa di Buenos Aires che ha collaborato con quasi tutte le riviste letterarie importanti ispano-americane e poi stabilitosi a Roma dove ha preso la cittadinanza italiana.
La sua eccentrica e solida saggezza mescola felicemente il suo modo di scrivere al suo modo di vivere, con versi tutti da scoprire, dalla cadenza e scelta intensamente raffinata, che portano quella serenità, quella libertà da impacci dello spirito, quello stile di vita che non si può non amare:
Vivere è percorrere il mondo
attraversando ponti di fumo;
quando si è giunti dall’altra parte
che importa se i ponti precipitano.
Per arrivare in qualche luogo
bisogna trovare un passaggio
e non fa niente se scesi dalla vettura
si scopre che questa era un miraggio.