Sinner ha perso, ma ci ha fatto (e ci farà) sognare

Certo, quando ti trovi davanti per due set a zero ed alla fine perdi, una punta di rammarico in bocca c’è. E la delusione di Sinner è quella di tutti i tifosi che lo hanno seguito per quasi 4 ore e per tutti quei minuti hanno annusato, abbracciato e poi visto scomparire l’impresa. Ma la punta di rammarico va pesata con i kg e kg d’oro colato con cui il tennista altoatesino torna a casa da Wimbledon, dal campo centrale, dal tempio del tennis.

Non bisogna infatti dimenticare da dove si era partiti. Solo due settimane fa Jannick rientrava da un infortunio e disputava il torneo di Eastburn perdendo al primo turno. Una sconfitta che non era la prima sull’erba, anzi: Sinner si presentava al via di Wimbledon senza aver mai vinto un solo match sul prato verde. Mai.

Gli italiani però guardavano altrove, a Matteo Berrettini che si presentava al via da favorito assieme al due Nadal-Djokovic. MA al via del primo turno la doccia gelata: Berrettini ha il Covid e si deve ritirare; ai tifosi non resta che Sinner.

Il ventenne (20 anni, lo dobbiamo sempre ricordare quando parliamo di lui) parte bene; facile primo turno, bene anche il secondo, benissimo il terzo e poi, domenica pomeriggio, la sfida con il predestinato del tennis moderno, lo spagnolo Alcaraz.

Sinner è sfavorito ma gioca una partita incredibile sorprendendo l’avversario e tutti noi. Una vittoria clamorosa che gli ha regalato la sfida di oggi con Nole. Un match giocato ad armi pari, a testa alta, con un po’ di timore in partenza subito scacciato e quei due set di vantaggio che ci hanno fatto sognare. Il serbo, si sa, ha classe ed esperienza da vendere e le ha messe tutte sul campo. Senza mai andare in affanno ha cominciato ad inanellare il suo tennis e per il nostro non c’è stata più speranza. Un match che sarebbe stata degnissima finale per livello tecnico-intensità-emozioni. Oggi…

Perché il domani ha sempre più i capelli rossi e ricci di questo ragazzo che ha la straordinaria capacità di non accontentarsi. Vuole vincere ma soprattutto ha capito che bisogna migliorare, cambiare il gioco. Imparare a seguire gli attacchi scendendo a rete; lì trovare dimestichezza con la volée. Insomma, allargare il campo senza limitarsi a vincere i match da dietro. In questa direzione va l’ultima scelta, la collaborazione con il coach australiano Darren Cahill, uno che a rete si trovava da giocatore come nel salotto di casa.

A questa va aggiunta la naturale crescita fisica (oggi la differenza atletica con il 35enne serbo si è vista tutta).

«Se vinco, bene, se perdo invece imparo». Jannick Sinner mentre saluta il centrale di Wimbledon gestito da 40 enne e non da ragazzo agli esordi, a questo deve pensare. Il prossimo anno di sicuro l’Italia sarà protagonista sui campi dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club

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