Nuova inchiesta contro alcuni uomini di Emiliano

I consorzi di Bonifica in Puglia hanno un buco di Bilancio storico di oltre 200 milioni, mai risanato. Per questo motivo qualche anno fa furono commissariati. Senza però risolvere il buco. Anzi, a ogni finanziaria vengono puntualmente rimpinguati di più di 10 milioni l’anno, utili solo per pagare gli stipendi. Mentre i proprietari delle campagne pagano le bollette senza ricevere il servizio adeguato. Commissario straordinario è stato nominato dalla giunta regionale Alfredo Borzillo, uno degli uomini di centro vicini a Emiliano, candidato anche in Più Europa all’epoca di Tabacci. Raggiunto da un’interdizione dai pubblici uffici accusato di turbativa d’asta, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio per la gara truccate e per assunzioni pilotate, fu sostituito dal subcommissario Antonio Renna prima di essere reintegrato. Buchi ingenti (sempre risanati grazie ai contributi statali) risultano anche alle Asl pugliesi, mentre proprio in questi giorni i governatori Deluca e Bardi accusano Acquedotto Pugliese di avere debiti milionari non pagando l’acqua che prende dai loro invasi.

Eppure gli uomini nominati da Michele Emiliano in queste partecipate e agenzie della Regione Puglia perseverano in una gestione allegra e a scopi politici.

Mentre è in corso l’inchiesta sugli appalti Covid gestiti da Mario Lerario, capo della Protezione civile della Regione Puglia nominato da Michele Emiliano (a sua volta indagato per i finanziamenti ricevuti per la campagna elettorale delle primarie contro Renzi); si apre un’altra inchiesta che riguarda gli uomini del sistema pugliese.

Questa volta ci si sposta in salento, e sono indagati il direttore generale dell’Asl di Lecce Rodolfo Rollo, il membro del cda di Acquedotto Pugliese Salvatore Ruggieri (fino al 2020 assessore regionale al welfare), il commissario straordinario dei consorzi di bonifica Antonio Renna. Tutti uomini che ricoprono incarichi per nomina diretta di Michele Emiliano e della sua giunta. Con loro altre 11 persone tra cui due sindaci del salento, e una suora direttrice dell’Ospedale ecclesiastico «Cardinale Panìco» di Tricase. Nell’ordinanza si legge che presso questa struttura, oltre al figlio del dg Rollo, era stata assunta nel 2020 anche la figlia dell’attuale assessore regionale alla sanità Rocco Palese (secondo gli intercettati nell’ordinanza anche lei per ragioni di natura politica).

Come già Emiliano, che agli esordi politici si ritrovò una vasca da bagno piena di spigole e cozze pelose gentilmente omaggiate dalla famiglia di costruttori De Gennaro (il cui genero Massimo Cassano è oggi direttore dell’Arpal regionale), e come il capo della protezione civile Mario Lerario con una “manzetta” di 10 mila euro nascosta in una fetta di manzo; anche Salvatore Ruggeri riceveva in omaggio pesce e crostacei: aragoste, mitili, e casse di Franciacorta Berlucchi, oltre a orate, triglie, aragoste, dentici e gamberoni.

E a chi le mostrava vantandosi di tutto questo ben di dio? A Roberto De Santis, noto manager salentino storico braccio destro di Massimo D’Alema. Si legge nell’ordinanza: “e che si trattasse di una razione di 10 kg di aragoste trovava conferma, appena un minuto dopo, quanto Ruggeri riceveva in ufficio Roberto De Santis cui esibiva l’abbondanza di aragoste al punti di invitarlo, se volesse, a prendere un quantitativo”.

Secondo la Procure Ruggeri avrebbe ricevuto questo pesce in cambio del suo impegno a rinnovare il contratto di Francesca Marzano a capo del consorzio di bonifica dell’Arneo.

Nell’inchiesta anche l’assunzione nel consorzio di un geometra semianalfabeta tramite un concorso truccato. Ruggeri è anche accusato di aver chiesto e ottenuto prestazioni sessuali da una lavoratrice precaria di un distretto sanitario in cambio dell’esercizio nella sua influenza nell’agevolazione di un posto di lavoro fisso alla donna.

La Procura cita “una serie di comportamenti ispirati non solo all’arricchimento personale, ma anche tesi ad assicurarsi e mantenere bacini di consenso elettorale attraverso una gestione personalistica di presidi di potere ormai consolidati in alcuni dei punti nevralgici della macchina amministrativa sia a livello provinciale, sia a livello regionale. In tale contesto sarebbero avvenute promesse di lavoro in cambio del collocamento di persone di fiducia in posizioni strategiche di svariati enti pubblici”.

“L’indagine ha messo in luce un panorama desolante – scrive il Gip – di sistematica corruttela nella gestione degli affari presso la Regione Puglia, utilizzando come merce di scambio le prestazioni sanitarie e la provvista pubblica destinata alla Asl di Lecce (…)“. Risorse e servizi “asserviti ad interessi squisitamente privati. (…) Una endemica mala gestio – prosegue la Giudice – capace di inquinare anche settori diversi dalla sanità, infiltrandosi nelle pieghe burocratiche dei Consorzi di Bonifica e in affari appannaggio della Provincia di Lecce”.

Vi è anche un capitolo sull’ipotesi è di presunto voto di scambio alle Regionali del 2020. Qui, oltre allo stesso Ruggeri, risulterebbe coinvolto anche l’allora consigliere regionale Mario Pendinelli. Secondo l’accusa avrebbero ceduto somme di denaro a referenti politici di alcuni Comuni salentini in cambio di preferenze. Nelle intercettazioni si parla di 6mila euro “investiti” per consenso elettorale ad Aradeo e 10mila a Gallipoli.

Come sempre stato finora in tutte le inchieste nella gestione della cosa pubblica che hanno coinvolto uomini nominati direttamente da Michele Emiliano, nessun commento arriva dal pm governatore, ma solo un “non mi ero accorto di nulla, ora sarò il primo a denunciare”. Oggi il comunicato della Regione su questa inchiesta è firmato dal Responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza Roberto Venneri: “La Regione Puglia ha chiesto al Procuratore gli atti dell’indagine non coperti da segreto istruttorio per le valutazioni sulla revoca degli incarichi in base a quanto previsto dalla legge Severino e dall’Anac. Per le posizioni del membro del cda Aqp e del sub commissario di consorzio bonifica, essendo destinatari di misura restrittiva, opera di diritto la sospensione dalla carica”.

Quanto alla parte politica l’unico a commentare e prendere le distanze è Ignazio Zullo, capogruppo in regione di Fratelli d’Italia: “C’è una gestione spregiudicata e clientelare del potere che porta alla creazione di veri e propri gruppi predatori di consenso, che in qualsiasi campagna elettorale sono in grado di sfornare liste a supporto di Emiliano o chi per lui. Perciò, quando quest’ultimo si vanta di vincere tutte le elezioni, possibile che non si fermi mai a riflettere sui vantaggi elettorali che possono derivare da una gestione clientelare del potere? Se in una campagna elettorale c’è chi può utilizzare la forza del potere per elargire nomine, incarichi, consulenze, autorizzazioni, ma soprattutto posti di lavoro, ci potrà mai essere una ‘gara alla pari’ con gli avversari? Ma la vera domanda è: queste assunzioni (specie in Sanità) sono davvero funzionali a garantire una migliore assistenza o vengo fatte per mantenere un sistema di potere? Se la risposta è, malauguratamente, la seconda il danno è ancora più grave perché si tolgono soldi all’assistenza per cittadini che non riescono a curarsi a causa delle lunghe liste di attesa.

Ecco perché le notizie che giungono oggi da Lecce sono solo una conseguenza di tutto questo. Esiste un sistema clientelare per la ricerca del consenso elettorale al quale Emiliano non è, moralmente, estraneo perché è il primo a beneficiarne. Il livello di imbarbarimento che abbiamo raggiunto in questi anni è davvero uno schiaffo a quella Puglia sana ed onesta, a quei tanti giovani che sono costretti a lasciare la nostra regione perché non sono nelle condizioni di potare voti o ‘aragoste’ a questo o quel valvassore di Emiliano. In tutto questo non va, poi, dimenticato che Emiliano è il presidente che indica e nomina, a proprio discrezionalità, le persone che vanno a occupare i posti apicali della gestione amministrativa (quante volte abbiamo parlato di poltronificio e mercato delle vacche?), per questo non possiamo non chiedergli quali sono le valutazioni che fa prima della nomina e quale monitoraggio effettua dopo averla data. Oppure monitora solo il consenso che il nominato porta?”.

Fuori dalla Puglia l’unico commento arriva dal sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto, candidato alle ultime regionali contro Emiliano per Italia Viva e Azione: “Noi siamo garantisti, sempre e anche con gli avversari. Il punto però è politico: davvero Michele Emiliano pensa che il suo metodo di costruzione del consenso sia quello giusto per la Puglia e per il Paese?”.

Emiliano infatti vinse le regionali proprio grazie a quell’appello unitario: “votatelo sennò arrivano le destre”. Con la sua elezione, e le sue nomine, sono arrivate sia le destre che tutto il pesce.

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