mercoledì, 27 Novembre 2024
Letta-Calenda, siglato l’accordo al ribasso
Accordo fatto, documento siglato, sorrisi ai fotografi. Il centrosinistra celebra la giornata della resurrezione con l’accordo siglato tra Calenda e Letta, il Pd e Azione/+Europa, e lancia la sua sfida al centrodestra.
In realtà l’intesa è tutto tranne che una sorpresa; bastava leggere le dichiarazioni della “socia in affari” di Calenda, Emma Bonino che metteva sul piatto della trattativa la proprietà dei simbolo di Azione/+Europa. La sintesi, chiara, era più o meno così: “Carlo, l’alleanza con il Pd si fa, per non far vincere la destra. Altrimenti preparati a raccogliere le firme e farti un simbolo ed un partito tuo. In 20 giorni…”.
Così Calenda si è presentato all’incontro con fare “costruttivo”, cioè con le mani un po’ legate ed alla fine l’intesa è stata trovata in un’ora e poco più. Con tanto di documento con i punti dell’accordo (agenda Draghi, Pnrr, rigassificatori, modifica del Reddito di Cittadinanza) e conferenza stampa. Per fare un’asta di inizio stagione al Fantacalcio tra amici ci vuole molto ma molto di più…
IL DOCUMENTO
Accordo di alleanza elettorale PD e Azione_DEF.pdf
Alla fine si è parlato non di contenuti ma della divisione dei seggi nei collegi uninominali: Calenda chiedeva il 33% (si dice), forte degli ultimi sondaggi che lo danno in ascesa, Letta metteva sul tavolo un 80% a 20%. La sintesi arrivava a quota 70% per il Pd e 30% per Calenda, con Letta che ha dovuto fare qualche concessione in più del previsto. Senza i tanto discussi nomi pesanti e divisivi per non creare fastidi agli elettori. Come se il problema fosse risolto così.
In realtà potrebbero capitare cose divertenti. Cioè che nel collegio uninominale mettiamo il caso dove risiede Renato Brunetta, o Mariastella Gelmini, il centrosinistra candidi un esponente di Articolo 1, che succede? Davvero gli ex ministri di Forza Italia daranno il loro voto ad uno o una che è contro la Nato, contro il Governo Draghi, contro gli aiuti all’Ucraina, ai rigassificatori, ai termovalorizzatori etc etc etc per rispetto all’alleanza? Oppure, davvero Barbara Carfagna potrebbe dare il suo voto a chi, qualche anno fa, l’apostrofava con epiteti volgari? Ed, al contrario: davvero un elettore di Articolo 1 darà il suo voto nel collegio uninominale dove risiede ad un uomo indicato da Calenda che la pensa all’opposto suo su ogni cosa?. Beh, in questo secondo caso la risposta è più semplice ed è Si.
Lo ha spiegato benissimo Fratoianni in Tv: “Non abbiamo niente in comune, ma per fermare la destra si vota questo ed altro”. La conferma del fatto che, se lo dicono in 24 ore Letta, Bonino e Fratoianni, l’unico punto del programma del centrosinistra è “non far vincere la destra”. Un evergreen.
Insomma, in 24 ore Calenda è passato dal definire il nuovo Campo larghissimo del Pd «un’accozzaglia piena di idee diverse, totalmente incoerente e di scarsa qualità» a «…con il Pd solidi e compatti: andiamo a vincere». Un voltafaccia che ha scatenato la reazione del centrodestra. «Calenda getta la maschera, altro che partito moderato…» è il commento unanime. Ma la partita non è conclusa. Letta infatti tiene una porcina aperta per Renzi (mentre la Bonino ha posto il veto sul sindaco di Rignano). Ma il leader di Italia Viva non raccoglie l’invito: «Andremo da soli» ha risposto. Chissà se anche lui in 24 ore non cambierà idea.