It’s a Sin – Tutto ciò che c’è da sapere sulla nuova serie LGBT+ su StarZ

Arriva oggi finalmente anche nel nostro paese (con un ritardo di pochi mesi dalla messa in onda originale) la miniserie It’s a Sin, incentrata sulla vita di alcuni ragazzi omosessuali nella Londra del 1981 dove iniziano a manifestarsi i primi casi di HIV. Il primo episodio è già disponibile su StarZ per gli abbonati al servizio di streaming; i successivi episodi (per un totale di 5) verranno rilasciati a cadenza settimanale a partire da domenica 13 Giugno fino a domenica 4 Luglio.

LA GENESI DI IT’S A SIN

Il creatore dello show è Russell T. Davies, lo stesso di Queer as Folk o A Very English Scandal; il progetto in questione è uno dei più cari all’autore perché, come da lui stesso affermato, nasconde in alcuni particolari delle caratteristiche autobiografiche. L’idea per la serie nacque nel 2015, anno in cui Davies iniziò un lungo ed approfondito lavoro di ricerca anche riguardo esperienze diverse dalla sua riguardanti la crisi sanitaria ma anche sociale e politica che coinvolse l’epidemia di HIV nell’Inghilterra dei primi anni ’80.
Channel 4 era restìo all’inizio ad accettare la serie (per la quale chiese sostanziosi cambiamenti, che Davies si rifiutò di effettuare), finché infine, dopo un provvidenziale cambio manageriale interno, il canale approvò lo show (che venne ridotto però a sole 5 puntate contro le 8 volute invece dal creatore).

La pre-produzione iniziò nel 2018 con il titolo di The Boys, che fu poi completamente cambiato per la somiglianza con la serie in onda su Amazon Prime Video; gli attori scelti per interpretare i protagonisti non erano particolarmente famosi, mentre Neil Patrick Harris venne coinvolto nel progetto solo più tardi per interpretare un importante ruolo solamente nel primo episodio. Per ricreare gli ambienti esterni della Londra degli anni ’80 vennero scelti alcuni caratteristici scorci di Manchester e di Liverpool che ancora oggi mantengono un fascino “vintage”.
La serie venne rilasciata in soluzione unica su Channel 4 on demand il 22 Gennaio 2021.

IT’S A SIN

Protagonisti di It’s a Sin sono Ritchie, Roscoe e Colin, 3 giovani ragazzi diversissimi fra loro che, appena raggiunta la maggiore età, si trasferiscono a Londra carichi di sogni e di speranze, ma che si trovano a scontrarsi con un virus che la maggior parte del mondo (chi in buona fede, chi meno) ignora.
I 3 fanno amicizia poco dopo l’arrivo a Londra e formano un affiatato gruppo di amici con altri ragazzi e ragazze londinesi; ma anno dopo anno la vita li metterà di fronte ad una serie di tragedie, perdite e lotte, sia contro il virus dell’HIV che contro il dolore, il pregiudizio e il disinteresse delle istituzioni.
Le vicende narrate in It’s a Sin si svolgono fra il Settembre del 1981 e il Dicembre del 1991.

IL CAST

Olly Alexander, cantante della band Years & Years, interpreta Ritchie, un ragazzo determinato a diventare un attore che nasconde la verità sulla sua sessualità alla sua famiglia. Omari Douglas, completamente esordiente, interpreta invece Roscoe, che al contrario ha fatto orgogliosamente coming out all’interno di una famiglia fortemente religiosa dalla quale non vedeva l’ora di fuggire. Infine, Callum Scott Howells, anche lui esordiente, interpreta Colin, il più timido ed introverso del gruppo.
Con loro Jill, amica su cui poter sempre contare che diventerà sempre di più una spalla per tutti, interpretata da Lydia West (vista in Years and Years) e Ash (Nathaniel Curtis), altro membro del gruppo.
Russell T. Davies ha fortemente voluto solo attori omosessuali in ruoli di personaggi omosessuali, affermando che solo in questo modo la serie avrebbe potuto conservare il massimo realismo.

IMPATTO

Oltre ad essere stata acclamata sia dalla critica (punteggio di 98% su Rotten Tomatoes e di 91/100 su Metacritic) che dal pubblico, la serie, proprio come voleva Davies, è riuscita a veicolare a largo spettro diversi messaggi positivi, primi fra tutti la lotta allo stigma e al pregiudizio e la necessità di prevenzione e controllo.
Proprio mentre It’s a Sin diventava una serie da record (è ad oggi la serie più “binged” di Channel 4 nonché il miglior lancio di sempre per una serie drammatica), in Inghilterra si registrava un vero e proprio boom di “corsa” al test HIV, con picchi giornalieri che superavano il quadruplo delle cifre solitamente registrate dalle strutture sanitarie.
In generale, svariati critici televisivi hanno osservato come It’s a Sin abbia migliorato la rappresentazione degli omosessuali in tv, mentre lo stesso interprete di uno dei protagonisti, Olly Alexander, ha ringraziato pubblicamente la produzione per aver costruito uno show capace di raccontare ai giovani di oggi una pagina di un passato che molti, compreso lui, conoscevano poco o di cui erano addirittura del tutto ignari.

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