Il settore turistico in Cina e gli effetti delle restrizioni “Zero COVID”

Mentre il mondo sta progressivamente tornando alla normalità pre Covid, la Cina sta continuando la politica della tolleranza zero imponendo ancora molteplici lockdown e stringenti procedure di quarantena per chi viaggia dall’ estero e persino per chi si muove tra una città e l’altra del paese, con effetti negativi sull’economia ed ancor di più sul settore del turismo.

Il turismo cinese ha avuto un crollo dall’inizio della pandemia nel 2020, con entrate domestiche nel settore dimezzate rispetto all’anno precedente in base alle statistiche del Ministero del turismo. I dati relativi al primo semestre di quest’anno hanno rivelato un calo del 28% circa rispetto allo stesso periodo del 2021. La Cina ha inoltre dovuto far fronte a diversi focolai di varia gravità in tutto il paese dopo il lockdown della durata di due mesi implementato a Shanghai, con casi di Covid riscontrati nell’isola di Hainan, celebre meta turistica del paese, e a Chengdu, metropoli situata nella zona sud-occidentale della Repubblica Popolare Cinese (RPC).

Nelle ultime settimane si è verificato anche un drastico calo nel numero dei viaggi e delle relative entrate previste per il Festival di metà autunno, una delle principali festività cinesi della durata di tre giorni, a causa della rigidità nelle misure di prevenzione che hanno scoraggiato i cittadini a spostarsi. Secondo il Ministero della Cultura e del Turismo, il numero di viaggi effettuati durante tale periodo festivo è sceso a 73,4 milioni, con un calo del 16,7% rispetto all’anno precedente, e gli utili provenienti dal settore turistico sono crollati a 28,68 miliardi di yuan (circa 4,15 miliardi di euro), con un calo del 22,8%.

Anche coloro che hanno osato muoversi durante durante le vacanze hanno dovuto mostrare test negativi al virus effettuati nelle ultime 48 ore, regola applicata a tutti i viaggi intraprovinciali in base agli annunci ufficiali emessi dalla Commissione sanitaria nazionale. L’autorità sanitaria ha inoltre affermato che questa politica durerà fino al 31 ottobre, con successivi ed eventuali aggiustamenti.

Va notato che, pur avendo messe in atto queste restrizioni, la suddetta Commissione ha infine incoraggiato le persone a rimanere a casa durante le vacanze ed evitare di partecipare ad eventi con assembramenti, ponendo così, seppur indirettamente, un blocco sul settore dei viaggi a livello nazionale.

Cina e viaggi internazionali

Nonostante l’aggiunta di voli internazionali all’inizio dell’estate 2022 e alla riduzione dei giorni di quarantena per gli arrivi dall’estero (la policy attuale include 7 giorni di quarantena in una struttura gestita dal governo, più altri 3 giorni in isolamento domiciliare) la Cina rimane quasi completamente isolata dal resto del mondo a causa della sua rigorosa politica Zero COVID, con un numero di voli in entrata e in uscita inferiore addirittura all’inizio del 2020, quando i primi casi di Covid-19 sono stati rilevati a Wuhan.

Mentre i voli aerei vengono ripristinati in numerosi paesi, i dati della Cina mostrano pochi miglioramenti per le tratte internazionali, con circa 100 voli al giorno rispetto agli oltre 2.600 prima del 2020. Ad Aprile di quest’anno, la quantità totale di voli giornalieri in tutto il paese risultava di soli 1670, un numero equiparabile a 20 anni fa, quando la Cina possedeva solo 600 aerei con una capienza passeggeri sotto al 48%.

Secondo i dati registrati dall’Aviation and Aerospace Working Group della Camera di commercio europea in Cina, il mercato dei voli negli Stati Uniti e in Europa ha già subito una netta ripresa nel 2022. Negli Stati Uniti, dove il Presidente Biden ha dichiarato la conclusione della pandemia le vendite dei biglietti da gennaio a maggio di quest’anno risulta minori solo del 10%-20% rispetto ai livelli del 2019. All’interno dell’Europa, il calo riscontrato è andato dal 55% al 37%, migliorando progressivamente nei suddetti mesi. Invece in Cina le vendite di biglietti sono diminuite progressivamente nel periodo febbraio-maggio 2022, rimanendo al di sotto dei livelli del 2019 del 94% nel mese di maggio, e, per i voli internazionali, del 97% nella fase gennaio-maggio 2022.

Molti membri della comunità imprenditoriale italiana espatriata hanno dovuto ricorrere ai voli charter privati organizzati dall’ Ambasciata Italiana in Cina con l’ impegno in prima persona dell’ Ambasciatore Luca Ferrari ed anche con il supporto della Camera di Commercio Italiana in Cina per poter rivedere i propri cari in Italia dopo oltre due anni causa pandemia.

Le politiche restrittive della Cina sono diventate così intense che gli Stati Uniti hanno sospeso 26 voli delle compagnie aeree cinesi a settembre, come segnale di protesta verso le irragionevoli misure applicate nel caso di passeggeri positivi al COVID (secondo le regole dell’Autorità per l’aviazione civile cinese, se almeno il 4% dei passeggeri su un volo risulta positivo per COVID, un volo di quella compagnia aerea sarà sospeso dopo l’arrivo. Se il i positivi raggiungono l’8%, due saranno i voli consecutivi ad essere sospesi).

Anche per gli espatriati che vivono e lavorano in Cina, rimangono limitate le opzioni per far ritorno al proprio paese o alla propria casa madre, con complicazioni burocratiche e costi elevatissimi, portando dunque problemi a livello personale e ad una mancanza di comunicazione efficace con la propria azienda.

Progetti nel turismo internazionale

In occasione della China Tourism and Culture Week 2022 si è tenuta una cerimonia il 6 settembre a Pechino, dando ufficialmente inizio ad un evento globale che durerà fino alla fine di questo mese, il quale ospiterà una serie di mostre d’arte, spettacoli video, conferenze e forum sia online che offline, al fine di far conoscere meglio la cultura e il turismo cinese al pubblico d’oltremare.

Come dichiarato da Hu Heping, ministro della cultura e del turismo durante il suo discorso di apertura, la finalità di tale evento di stampo internazionale è quella di “promuovere lo scambio internazionale e la cooperazione tra la Cina e il resto del mondo”.

Tali mezzi innovativi per promuovere la Cina a livello globale sono ammirevoli considerando l’unicità delle restrizioni imposte nel territorio verso i viaggiatori internazionali, tuttavia, l’unico modo per sperimentare a pieno la cultura di un certo paese rimane quello di andare a visitarlo in prima persona, non riuscendo gli strumenti di digitalizzazione attuali in grado di compensare la perdita derivata dalla mancanza di turisti stranieri.

Da un’altra prospettiva, il 2022 rappresenta anche l’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina (un concetto originariamente concepito nel 2020 per celebrare i cinquant’anni di relazioni tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Popolare Cinese. L’Anno Della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2022 include una serie di spettacoli ed eventi, organizzati sia in Cina che in Italia, e promozione l’offerta culturale e turistica dell’Italia.

Infatti, nel 2019 l’Italia è diventata per la prima volta il paese europeo più visitato dai turisti cinesi, dunque, l’Agenzia Nazionale italiana del turismo in coordinamento con l’Ambasciata d’Italia a Pechino e con gli uffici consolari hanno continuato le attività di promozione attraverso i canali di comunicazione tradizionali e una serie di piattaforme digitali, sebbene il flusso dei turisti cinesi in Italia sia stato temporaneamente interrotto. Ora, con l’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina di quest’anno, l’obiettivo è quello di garantire ulteriormente la crescita delle relazioni italo-cinesi tra imprese, scuole, università e, più in generale, tra i nostri due popoli.

È evidente che se i due progetti di promozione turistica sovracitati venissero organizzati in concomitanza con le giuste condizioni, la promozione del turismo tra l’Italia e la Cina potrebbero crescere e raggiungere nuove vette. Tuttavia, questo è improbabile se la promozione della cultura e dei due paesi può avvenire esclusivamente attraverso eventi e piattaforme digitali, invece di permettere ai viaggiatori di avventurarsi ed esplorare il territorio in prima persona.

Conclusione

Sia dal punto di vista del commercio internazionale che dalla situazione economica interna del paese, non può essere negato il fatto che il settore turistico in Cina stia soffrendo ripercussioni a causa delle restrizioni derivanti dalla politica “Zero COVID”.

La Cina è stata di fatto afflitta da una serie di problematiche crescenti e manifestatesi negli ultimi mesi, tra le quali possiamo annoverare uno sviluppo economico più lento, con una crescita del PIL scesa sotto il 2,5% nella prima metà del 2022 e inferiore all’obiettivo governativo annuale del 5,5%, nonché bassa a livello internazionale; le tensioni tra Stati Uniti e Cina intensificate da una serie di esercitazioni militari organizzate da quest’ultima nei pressi di Taiwan, a seguito della visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi il mese scorso sull’isola; le ondate di calore, tra le più torride mai registrate, le quali hanno causato interruzioni di corrente e relativi disagi alle operazioni delle imprese.

In tal contesto, un allentamento delle attuali restrizioni COVID-19 potrebbe alleviare il pesante onere che l’industria del turismo è costretta a sopportare a livello nazionale e internazionale, contribuendo ad attirare una maggiore affluenza di turisti da tutto il mondo. In base all’esperienza internazionale, un certo numero di opzioni è di fatto disponibile, ad esempio l’adozione del “modello Singapore”, ovvero prescrivendo quarantena obbligatoria a tutti coloro che mostrano segni di infezione, sintomi lievi o risultano positivi asintomatici, portando cosi’ il paese verso una strategia di “convivenza con il virus”, concentrandosi sul monitoraggio e il trattamento dei focolai per mezzo di vaccinazioni e ricoveri ospedalieri, ma senza imporre rigidi lockdown, chiusure delle frontiere e obbligo di lavoro da casa. Un altra soluzione è quella di introdurre ulteriori richiami e miscele vaccinali, consentendo dunque ai vaccini europei e americani di poter entrare nel mercato cinese e fornire ulteriore protezione. Infine, un altro esempio è la politica attuata da Hong Kong che, pur rimanendo uno dei pochi posti al mondo a richiedere una quarantena per proteggersi dalla diffusione del virus eventualmente portato dall’estero, ha ridotto la quarantena obbligatoria da 7 giorni a 3 notti, al fine di consentire un’apertura costante e congrua per i viaggi internazionali e per il ritorno dei viaggiatori esteri nella citta’ .

A cura di: Avv. Carlo D’Andrea, Vice Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina

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