martedì, 22 Aprile 2025
I famigliari di una vittima di Jeffrey Dahmer si scagliano contro la serie Netflix
Realizzare docuserie o serie e film di finzione su noti serial killer significa camminare ogni volta sulla linea sottile tra denuncia e puro sfruttamento. I famigliari di una delle vittime di Jeffrey Dahmer, che ha assassinato brutalmente diciassette persone tra il 1978 e il 1991, si sono ora scagliati contro Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer, la serie sviluppata da Ryan Murphy e Ian Brennan che ha da poco fatto il suo esordio su Netflix.
Per Rita Isbell, sorella di Errol Lindsey, assassinato da Dahmer quando aveva 19 anni, la ricostruzione del processo a Dahmer, e in particolare il momento in cui il suo personaggio testimonia contro il killer, “Ha riportato a galla le emozioni che provavo all’epoca”. Isbell aggiunge:
Credo che Netflix avrebbe dovuto chiederci se ci desse fastidio o come ci sentissimo a proposito del progetto. Non mi hanno chiesto niente. Lo hanno fatto e basta. Avrei anche capito se avessero dato dei soldi ai figli delle vittime… Le vittime hanno figli e nipoti. Se avessero potuto trarre vantaggio dalla serie in qualche modo, non sarebbe sembrata così dura e insensibile. È triste che stiano sfruttando una tragedia per fare soldi. Questa è solo avidità.
Dato che gli atti del processo sono pubblici, Netflix, come qualunque altra realtà che intenda realizzare progetti simili, non ha l’obbligo di contattare i parenti delle vittime o chiedere il permesso di usare i loro nomi. Eric Perry, cugino di Lindsey, lo ha spiegato molto bene commentando la faccenda sui social:
È tutto di dominio pubblico, per questo non devono informare (o pagare!) nessuno. La mia famiglia lo ha scoperto insieme a tutti gli altri. Perciò, quando dicono che lo stanno facendo “rispettando le vittime” o “onorando la dignità delle famiglie”, in realtà nessuno le ha contattate. I miei cugini si svegliando ogni tot mesi, vedono una serie di chiamate e messaggi e scoprono che c’è un’altra serie su Dahmer. È crudele.
In effetti, il 7 ottobre arriverà, sempre su Netflix, anche la nuova stagione di Conversazioni con un killer, incentrata proprio su Dahmer.
Con le migliori intenzioni
Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer parte, sulla carta, dall’idea di rendere omaggio alle vittime del killer, che spesso provenivano dalla comunità nera ed erano, come lui, omosessuali. Il razzismo sistemico e l’omofobia imperante hanno permesso, questa la tesi della serie, che Dahmer portasse avanti la sua scia di sangue indisturbato per oltre un decennio. Rashad Robinson, presidente dell’associazione non profit Color of Change e produttore consulente della serie Netflix, ha dichiarato:
Volevo assicurarmi che approfondissimo davvero la comprensione del razzismo sistemico nel dipartimento di polizia di Milwaukee, che mostrassimo i modi in cui la polizia fallì sotto tutti gli aspetti, le strutture conniventi che permisero a un ragazzo biondo e con gli occhi azzurri di continuare a uccidere e fare del male alle persone, specialmente persone di colore.
Evan Peters, che interpreta Jeffrey Dahmer nella serie, gli fa eco:
Si intitola La storia di Jeffrey Dahmer, ma non parla solo di lui e delle sue origini. Parla delle ripercussioni, di come la società e il nostro sistema non siano riusciti a fermarlo svariate volte per via del razzismo e dell’omofobia.
Vedremo se Ryan Murphy e Netflix risponderanno a queste accuse. QUI potete vedere il trailer della serie.
Fonte: The Hollywood Reporter
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