martedì, 26 Novembre 2024
Tutte le spine di Putin
L’esercito ucraino «con le sue soverchianti unità blindate è riuscito a penetrare le linee della nostra difesa nell’area dei villaggi di Zolota Balka e Oleksandrivka nella regione meridionale di Kherson» (appena annessa da Mosca). Chi lo ha scritto? Il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, citato dalla Tass, dopo che Kiev aveva rivendicato ulteriori avanzate nel sud. «Le truppe russe hanno preso il controllo di una frontiera difensiva preparata in anticipo e continuano a infliggere pesanti danni al nemico con la loro potenza di fuoco», ha aggiunto il portavoce di Mosca. Insomma, la situazione sul campo di battaglia per l’Armata Rossa (o quello che ne resta) è davvero negativa e nulla sembra riuscire a fermare la controffensiva di Kiev. Ma i guai non finiscono qui.
Intanto la mobilitazione parziale, voluta dal presidente russo Vladimir Putin, che intende rafforzare l’esercito impegnato in Ucraina, non sta andando secondo quanto previsto dai piani Cremlino. Il commissario militare della regione di Khabarovsk, nell’estremo oriente della Russia, è stato rimosso dal suo incarico. Perché? Metà degli uomini appena arruolati sono stati rispediti a casa perché non idonei. Lo ha riportato l’agenzia stampa Reuters, che ha citato un video postato su Telegram da Mikhail Degtyarev, il governatore della regione. «In 10 giorni, diverse migliaia di nostri connazionali hanno ricevuto una citazione e sono arrivati agli uffici di registrazione e arruolamento militare. Circa la metà di loro sono tornati a casa perché non soddisfacevano i criteri di selezione». Ma secondo Degtyarev: «La rimozione del commissario militare Yuri Laiko non influirà sui piani della mobilitazione».
Quanto accade nella regione di Khabarovsk non è che l’ennesima conferma dei problemi che le autorità russe, civili e militari, stanno affrontando in queste settimane. Che le cose non stanno funzionando lo ha ammesso lo stesso Vladimir Putin: «Molti interrogativi sono emersi durante questa mobilitazione. Sono stati commessi errori che devono essere corretti ed evitati in futuro. Errori nel mobilitare categorie di cittadini che possono invece esserne dispensati, come ad esempio padri di famiglie numerose, persone affette da malattie croniche o al di fuori dei limiti d’età. Ogni caso va trattato singolarmente. Se degli errori sono stati commessi, lo ripeto, vanno corretti. Chiunque sia stato arruolato senza rispettare i requisiti previsti dalla mobilitazione va riportato a casa». Come abbiamo più volte scritto, per sfuggire alla mobilitazione parziale, dalla Russia sono fuggiti (e continuano a farlo) migliaia di uomini a rischio arruolamento, senza contare i centri di reclutamento dati alle fiamme e i numerosi casi di suicidio tra i quali il più clamoroso è quello del giovane rapper Ivan Petunin, che si è tolto la vita in segno di protesta contro la guerra: «Non sono pronto a uccidere», ha detto in un video postato sui social prima di morire e diventato virale in tutto il mondo.
E come abbiamo detto, sul campo di battaglia le cose non stanno andando meglio. La sconfitta russa nella regione di Kharkiv e a Lyman, associato con l’incapacità del Cremlino di condurre una mobilitazione parziale in modo efficace ed equo, stanno cambiando radicalmente lo spazio informativo russo. Secondo l’Institute for the Study of War (ISW) i media sponsorizzati dal Cremlino e i blogger russi -un’importante comunità di Telegram composta da corrispondenti di guerra russi, ex funzionari per procura e nazionalisti- stanno soffrendo per la perdita di Lyman mentre allo stesso tempo criticano i fallimenti burocratici della mobilitazione parziale. Fonti del Cremlino e i blogger attribuiscono la sconfitta intorno a Lyman e nella regione di Kharkiv al fallimento dell’esercito russo nel rifornire e rafforzare adeguatamente le forze russe nel nord del Donbass e si lamentano della mancanza di trasparenza sull’andamento della guerra. A questo proposito alcuni ospiti dei programmi televisivi del Cremlino andati in onda il 1° ottobre hanno anche criticato la decisione di Putin di annettere quattro regioni ucraine prima di proteggere i loro confini amministrativi o addirittura la prima linea, esprimendo dubbi sulla capacità della Russia di occupare la totalità di questi territori. I propagandisti del Cremlino ora non nascondono più la loro delusione per la condotta della mobilitazione parziale, discutendo spesso della mobilitazione illegale di alcuni uomini e rilevando problemi come l’alcolismo tra le forze appena mobilitate. Alcuni di loro parlando in diretta televisiva hanno espresso la preoccupazione che la mobilitazione non genererà la forza necessaria per riprendere l’iniziativa sul campo di battaglia, data la scarsa qualità delle riserve russe. Sul campo di battaglia le forze ucraine hanno continuato a liberare gli insediamenti a est e nord-est di Lyman e hanno liberato Torske nella regione di Donetsk.
Fonti russe hanno affermato che le forze russe si sono ritirate dalle loro posizioni a nord-est di Lyman, probabilmente nelle posizioni intorno a Kreminna e lungo l’autostrada R66 Svatove-Kreminna. Le forze ucraine hanno continuato ad avanzare verso gli insediamenti a est di Kupyansk e hanno liberato Kisharivka nella regione di Kharkiv. I russi hanno continuato a lanciare assalti senza successo intorno a Bakhmut, Vyimka e Avdiivka. Le forze ucraine hanno ripreso la controffensiva nella zona settentrionale della regione di Kherson e si sono assicurate posizioni a Zolota Balka e Khreshchenivka. Fonti russe hanno affermato che le forze ucraine hanno anche liberato Shevchekivka e Lyubymivka, spingendo le forze russe a nuove posizioni difensive intorno a Mykailivka.
Ramzan Kadyrov e Evgeniy Prigozhin contro tutti. Un problema per il Cremlino.
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov e il finanziatore della Compagnia militare privata Wagner Evgeniy Prigozhin stanno ulteriormente danneggiando la narrazioni del Cremlino durante e dopo la caduta di Lyman. Kadyrov ieri ha annunciato con un video su Telegram che i suoi figli di 16, 15 e 14 anni, sono diretti in prima linea e ha spiegato che «sono addestrati da quando erano piccolissimi. È arrivato il momento di mettersi in mostra in una vera battaglia»; sabato scorso il leader ceceno ha anche esplicitamente accusato il comando militare russo di non aver risposto prontamente al deterioramento della situazione intorno a Lyman e ha affermato che la Russia ha bisogno di liberare le quattro regioni annesse con tutti i mezzi disponibili, comprese le armi nucleari a basso rendimento. A lui ha fatto eco Prigozhin che ha ribadito le critiche di Kadyrov alla leadership militare russa. Kadyrov ha preso di mira il comandante del Distretto militare centrale, il colonnello generale Alexander Lapin, e ha accusato il capo di Stato maggiore generale dell’esercito Valery Gerasimov di aver coperto i fallimenti di Lapin a di Lyman. Attenzione perché Putin aveva espresso pubblicamente la sua fiducia in Lapin quando il ministero della Difesa russo ha annunciato la vittoria di Lapin intorno a Lysychansk il 24 giugno. Quello che in Russia si cerca di nascondere in tutti i modi è che Putin ha preso decisioni militari operative in Ucraina e ha anche gestito direttamente il suo comando militare. Il presidente russo è probabilmente responsabile delle decisioni non solo di non rafforzare Lyman, ma anche di tentare di mantenerlo, tutti fatti che probabilmente sono conosciuti ad un certo numero di persone che gravitano nella sua ristrettissima cerchia. L’attenzione dell’accidente alla minaccia nucleare di Kadyrov ha oscurato la vera importanza delle affermazioni che arrivano da due fedelissimi di Vladimir Putin.
Le dichiarazioni di Ramzan Kadyrov e di Evgeniy Prigozhin sono state riprese dalla stampa russa che fino a qualche giorno fa ha continuato ad esprimere atteggiamenti di speranza che gli uomini appena mobilitati e i rinforzi schierati potessero mantenere la linea o condurre contrattacchi nel prossimo futuro e ad attutire il colpo della sconfitta intorno a Lyman. Le violente critiche dei due fedelissimi di Putin sono rimbalzate sui talk show trasmessi dai canali controllati dal governo federale che hanno immediatamente ripreso le dichiarazioni di Kadyrov e Prigozhin, spingendo i commentatori in diretta televisiva ad aumentare le critiche al comando militare superiore. I propagandisti del Cremlino hanno persino dovuto interrompere la presentazione dell’ex vice comandante del distretto militare meridionale russo Andrey Gurulyov quando ha iniziato a incolpare il comando militare superiore per la sconfitta a Lyman durante una trasmissione in diretta. Mentre scriviamo si apprende dal vicepremier russo, Dmitrij Chernishenko che: «sono state registrate sul portale ufficiale dalla data dell’annuncio della mobilitazione parziale, introdotta dal presidente russo Vladimir Putin piu’ di 70 mila richieste di iscrizione ai corpi volontari per partecipare alla operazione militare speciale russa». Vero o falso? Difficile dirlo tuttavia, la sensazione è che ci sia qualche zero di troppo…..