sabato, 1 Febbraio 2025
Google come Meta svela algoritmi che creano video da testi
(ANSA) – MILANO, 07 OTT – La scorsa settimana, Meta ha
annunciato Make-A-Video , un sistema di intelligenza artificiale
che consente agli utenti di trasformare i messaggi di testo in
brevi clip video. Google non vuole essere da meno e ha lanciato
una piattaforma simile, chiamata Imagen Video. Il progetto si
base su un modello di Intelligenza Artificiale che può generare
filmati partendo da testi scritti, anche in alta qualità.
Nella spiegazione online del modello, Google afferma che
Imagen Video è in grado di generare filmati “con un profondo
grado di conoscenza del mondo”. Le capacità includono la
creazione di clip in diversi stili, compresi quelli in 3D.
L’iniziativa, attualmente in una fase di ricerca, arriva a
cinque mesi dal suo avvio, con Imagen Video che ha mostrato
quanto rapidamente sia possibile sviluppare modelli di algoritmi
che producono contenuto multimediale a partire da sintesi
testuali. La prima generazione dell’IA di Big G si chiamava
Imagen ed era delegata solo alla realizzazione di immagini a
seguito di una descrizione di testo. Google ha parlato anche di
un secondo progetto, denominato Phenaki, che a differenza di
Imagen Video può generare filmati più lunghi da descrizioni
dettagliate e specifiche. Il team che lavora su Phenaki afferma
che il modello può sfruttare i vasti set di dati testo-immagine
per generare video, in cui l’utente può anche narrare e
modificare dinamicamente le scene. Visto che i modelli
generativi possono essere utilizzati in modo improprio per
generare contenuti falsi e dannosi, Google afferma di aver
adottato varie misure per ridurre al minimo tali rischi.
Attraverso diverse sperimentazioni, l’azienda ha applicato una
sorta di “marchio” ai suoi strumenti, così da lasciare traccia
nel codice del video dell’utilizzo di software come Imagen Video
o Phenaki, per distinguerli dai filmati originali, prodotti nel
mondo reale. Nonostante ciò, il gruppo avverte che ci sono
ancora sfide etiche da affrontare. Il motivo per il quale Google
non ha reso disponibile le piattaforme agli sviluppatori,
limitandole ad un uso interno. (ANSA).