martedì, 26 Novembre 2024
L’attentato al ponte in Crimea mostra la preparazione degli 007 di Kiev
L’operazione dei servizi ucraini contro il ponte di Kerch svela ancora una volta l’impronta di metodi e sistemi anglo-americani nel conflitto. Dalle immagini diffuse fin troppo prontamente al mondo dai media risulterebbe (condizionale d’obbligo) l’impiego di un camion-bomba guidato forse da un autista, e non sappiamo se consapevole o meno, comunque sacrificato nell’esplosione, oppure se il mezzo sia stato azionato a distanza, ma comunque fatto saltare in aria dove avrebbe causato il danno più opportuno e calibrato, ovvero la caduta di un’arcata della costruzione, e nel momento esatto in cui transitava sulla linea ferroviaria attigua un treno pieno di carburante, che a sua volta si è incendiato. Sincronizzare tutto potrebbe apparire semplice ma non lo è, specialmente in territori comunque occupati. Una tale operazione è possibile soltanto coordinando diverse unità che operino in modo coordinato tra loro, tra chi raccoglie, elabora e interpreta le informazioni a chi sorveglia la zona, fino a chi prepara il mezzo, chi controlla dall’alto mediante satelliti (i droni volano troppo in basso e si possono rilevare), e quindi chi lo fa esplodere. Da quanto appare nelle immagini la parte stradale del ponte è interrotta localmente, mentre quella ferroviaria è integra ma ci vorranno giorni per rimuovere i vagoni bruciati e ripristinare i binari.
Ora, quindi, per parecchio tempo la logistica dell’esercito russo sarà un incubo: la prima linea del fronte sudovest, attorno alla città di Kherson, è priva di ferrovie che possano spostare i mezzi pesanti e portare armi e rifornimenti; la ferrovia e le strade che risalgono il Paese da Mariupol verso Zaporizhzhya sono sotto il controllo ucraino, quindi le truppe di Mosca per alimentare il fronte dovranno compiere un lento viaggio di circa 350 km su strada, esponendosi ad attacchi di diverso tipo. Quindi i russi non potranno più rifornire i loro soldati posizionati a Kherson né da est la Crimea. Gli ucraini approfitteranno di questa situazione per intensificare gli attacchi. I russi per cercare di non cedere sul fronte sud dovranno spostarvi truppe passando dall’unica strada possibile, ovvero superando Metitopol, dove però le colonne di mezzi militari potrebbero divenire facili bersagli dei missili dati agli ucraini dagli Usa. Ricordiamo, infatti, che l’arrivo dell’inverno implica spostamenti lungo le strade asfaltate e non consente avanzate nei campi pieni di fango dove i carri armati e i mezzi pesanti affonderebbero. Considerando che l’arruolamento di nuove forze russe sta avvenendo secondo tempi lenti, ogni rinforzo che giungesse da nord vedrebbe indebolire le capacità su quel fronte. E’ quindi ancor più evidente che le strategie ucraine si stiano basando su un aiuto occidentale che va molto oltre la fornitura di armi, e lo scopo è quello di liberare tutti i territori dell’Ucraina, nessuno escluso, in attesa che trascorra l’inverno o che a Mosca accada qualcosa di decisivo. Anche perché qualcuno dovrà spiegare allo stato maggiore russo e al Cremlino come mai i dintorni e i transiti di un’infrastruttura così importante non fossero sorvegliati. Vladimir Putin ora sta cambiando narrazione riguardo “l’operazione speciale”, che dopo l’annessione dei territori dell’est e questo evento sarà probabilmente venduta ai cittadini russi come azione per la protezione della popolazione da attacchi terroristici.