martedì, 26 Novembre 2024
Lafarge ha pagato l’Isis, dopo i sospetti arriva l’ammissione
Uno dei più grandi gruppi produttori di cemento la francese Lafarge, che oggi fa parte della multinazionale svizzera Holcim, ha annunciato martedì 18 ottobre di aver «accettato di pagare una multa di 778 milioni di dollari (790,9 milioni di euro) negli Stati Uniti e di dichiararsi colpevole di aiuto alle organizzazioni terroristiche in Siria, inclusa l’organizzazione dello Stato Islamico, tra il 2013 e il 2014». Lafarge «ha accettato la responsabilità delle azioni dei singoli dirigenti coinvolti, il cui comportamento è stato in flagrante violazione dei codici di condotta ed esprime profondo rammarico per questi atti».
Il gruppo del cemento in una nota ha sottolineato che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha preso atto che l’azienda ha posto in essere adeguate procedure di controllo per rilevare ed evitare d’ora in poi comportamenti di questo tipo, e ha quindi ritenuto che non fosse necessario nominare un sistema di monitoraggio indipendente. Lafarge ha aggiunto che continua «a collaborare pienamente con le autorità francesi sullo stesso argomento», ma si è detta pronta a «difendersi da qualsiasi azione legale che ritenga ingiustificata».
Il 18 maggio scorso la Corte d’Appello di Parigi ha confermato l’incriminazione di Lafarge per «complicità in crimini contro l’umanità». Il procuratore federale di Brooklyn Breon Peace ha così definito la scelta che la società francese fece all’epoca: «Si è trattato di un patto con il diavolo. É impensabile di collaborare con l’Isis, una delle organizzazioni terroristiche più barbare al mondo, per continuare a vendere cemento». La vicenda venne alla luce grazie ai giornalisti di Le Monde che nel 2016 scoprirono che Lafarge venne a patti con le organizzazioni terroristiche per evitare che la fabbrica (nel sito industriale di Jalabiya, il più grande del Medio Oriente, aveva investito 700 milioni di euro) finisse nelle mani dei ribelli. La produzione di cemento continuò grazie al fatto che Lafarge versò diversi milioni di euro, pagati nel 2013 e nel 2014 a gruppi terroristici, come il Fronte al-Nusra e lo Stato Islamico, che avevano preso il controllo di alcune dighe nella zona.
I pubblici ministeri statunitensi hanno affermato che Lafarge e la sua controllata siriana Lafarge Cement Syria hanno pagato allo Stato Islamico e al Fronte al-Nusra, tramite intermediari, l’equivalente di circa 5,92 milioni di dollari tra il 2013 e il 2014 per consentire a dipendenti, clienti e fornitori di passare attraverso i posti di blocco dopo lo scoppio del conflitto civile in Siria. Nonostante i pagamenti e dopo diversi rapimenti di dipendenti rilasciati dopo aver pagato il riscatto a gruppi armati, la fabbrica ha chiuso i battenti nell’autunno del 2014 e a quel punto, secondo i pubblici ministeri, lo Stato Islamico si è impossessato del cemento rimanente e lo ha venduto per l’equivalente di 3,21 milioni di dollari. Il titolo Holcim è stato temporaneamente sospeso dalla borsa svizzera martedì dopo la pubblicazione delle prime informazioni sull’accordo con il Dipartimento di Giustizia americano. Poi è risalito fino al 3,2% dopo la ripresa delle negoziazioni anche perché gli investitori generalmente apprezzano quando una società chiude un procedimento legale.
Magali Anderson, presidente di Lafarge, ha dichiarato in tribunale martedì che «dall’agosto 2013 al novembre 2014 gli ex dirigenti della società hanno consapevolmente e volontariamente accettato di partecipare a una cospirazione per effettuare e autorizzare pagamenti destinati a beneficio di vari gruppi armati in Siria».In una dichiarazione, Holcim ha osservato che nessuno dei comportamenti ha coinvolto l’azienda svizzera che «non ha mai operato in Siria, né alcuna operazione o dipendente di Lafarge negli Stati Uniti, ed è in netto contrasto con tutto ciò che Holcim rappresenta». Holcim, che si è fusa con Lafarge nel 2015 per creare un gigante globale del cemento, era originariamente chiamata LafargeHolcim ma il nome Lafarge è stato eliminato dal nome aziendale nel 2021.