Turone, Gigi Riva, Mazzone, boom per i docu sul calcio

(ANSA) – ROMA, 21 OTT – In principio fu Totti, il Pupone
idolo delle folle raccontato da lui stesso, gioie e dolori (ben
prima della clamorosa separazione con Ilary Blasi): Mi chiamo
Francesco Totti, un documentario di Alex Infascelli con l’ultimo
re di Roma a rappresentare se stesso, dai primi calci alla
Fortitudo a Porta Metronia all’addio da gladiatore con il cuore
a pezzi. Poi nel gruppo il film su Pablito Rossi, quello su Alex
Del Piero, quello di Emir Kusturica su Maradona e di Alex de la
Iglesia sulla ‘pulce’ Messi, un vero e proprio sottogenere
alimentato dalla voglia di curiosità dei tifosi e degli
spettatori di conoscere l’uomo dietro il calciatore. Un filone
di successo e ora ne arrivano altri esempi.
    ER GOL DE TURONE ERA BONO di Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi
Espagnet, in anteprima domenica 23 ottobre alla Festa del Cinema
di Roma e come evento speciale al cinema dal 24 al 27 ottobre
con Altre Storie, mette il dito nella piaga dei giallorossi da
quel 10 maggio 1981 al comunale di Torino quando per
l’annullamento del gol di testa dell’attaccante romanista la
squadra perde lo scudetto con la Juve, uno degli episodi
sportivi più discussi di sempre, una ferita ancora oggi dopo
oltre 40 anni. Roma e non solo in COME UN PADRE il docufilm,
girato da Alessio Di Cosimo e prodotto da 102 Distribution,
dedicato a Carlo Mazzone (prossimamente su Prime Video). Romano
e romanista, sor Carletto, 85 anni è stato un grande allenatore:
ha guidato 12 squadre con una passione unica e proverbiale,
ironico e autoironico, con il dialetto romanesco sempre a
sfuggire, ha legato la carriera alla Roma e soprattutto
all’Ascoli ma è la sua cifra di buon padre al centro del film.
    NEL NOSTRO CIELO UN ROMBO DI TUONO di Riccardo Milani (una
produzione Wildside e Vision in collaborazione con Sky) dal 7
novembre al cinema, è l’atteso omaggio ad un calciatore che ha
segnato un’epoca e generazioni di tifosi: Gigi Riva, 77 anni, un
uomo e un campione il cui rigore morale ed etico è sopra a
tutto. E’ un film senza attori, senza voci narranti: dentro c’è
lui con le sue verità, i suoi ex compagni di squadra del
Cagliari dello scudetto del 1970 e la gente di Sardegna che ne
ha fatto da sempre un idolo e un esempio. (ANSA).
   

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