Ennio torna in sala, un solo giorno, per compleanno di Morricone

(ANSA) – ROMA, 09 NOV – Tutto concentrato apre il pianoforte,
si siede, comincia a muovere le mani sulla tastiera e parte quel
brano da brividi che tutto il mondo ha imparato ad amare, il
tema di Deborah di C’era una volta in America di Sergio Leone,
una delle oltre 500 colonne sonore, moltissime indimenticabili,
del maestro Ennio Morricone. Ogni extra, come questo inedito
preso dal backstage, che Giuseppe Tornatore ha aggiunto al suo
film documentario ENNIO è un regalo che emoziona. Con contenuti
inediti, ‘Ennio’ torna al cinema domani, solo per un giorno, per
festeggiare il compleanno di Morricone, nato a Roma il 10
novembre 1928, un vero patrimonio della cultura italiana, amato
dal pubblico internazionale, due volte Premio Oscar.
    La coproduzione Italia-Belgio-Cina-Giappone, prodotta da
Gianni Russo e Gabriele Costa per piano B Produzioni,
distribuita da Lucky Red, è uscita nelle sale lo scorso febbraio
e ha conquistato il grande pubblico: oltre 400.000 spettatori
per godere del ritratto d’autore di Ennio Morricone.
    Presentato con successo Fuori Concorso a Venezia 2021 e al
Bif&st, il film ha ricevuto riconoscimenti tra cui: il Nastro
d’Argento Dell’Anno; è stato designato Film della Critica dal
SNCCI; ha vinto il Globo d’Oro per il Miglior Documentario e tre
David di Donatello per il Suono, il Montaggio e Miglior
Documentario.
    Il documentario racconta Morricone attraverso una lunga
intervista di Tornatore al Maestro, testimonianze di artisti e
registi – come Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i
Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone,
Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Bruce Springsteen – cene di
fiction, musiche e immagini d’archivio.
    “Ho lavorato venticinque anni con Ennio Morricone. Ho fatto
con lui quasi tutti i miei film, per non contare i documentari,
gli spot pubblicitari e i progetti che abbiamo cercato di
mettere in piedi senza riuscirci. Durante tutto questo tempo –
ha detto Tornatore – il nostro rapporto di amicizia si è
consolidato sempre di più. Così, film dopo film, man mano che la
mia conoscenza del suo carattere di uomo e di artista si faceva
più profonda, mi sono sempre chiesto che tipo di documentario
avrei potuto fare su di lui. E ho avverato il mio sogno”.
    (ANSA).
   

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